- C’è l’accordo sul ripiano del disavanzo della Sicilia da 1,7 milirdi
- Approvata la bozza dalla giunta regionale
- La crisi di governo nazionale, però, potrebbe bloccare tutto
La Giunta regionale di governo ha approvato ieri sera la bozza di accordo finanziario con il Governo centrale per il ripiano del disavanzo, accertato nel 2018 dalla Corte dei conti in un miliardo e 740 milioni di euro. L’accordo è propedeutico all’approvazione da parte del Consiglio dei ministri delle norme di attuazione determinate ieri dalla Commissione paritetica.
“Si tratta di una intesa articolata e radicale – commenta il presidente della Regione Nello Musumeci – che pone riparo a decenni di allegra gestione delle finanze regionali. Ne paghiamo adesso le conseguenze ma, finalmente, mettiamo in ordine i conti della Regione”.
Appena qualche ora prima erano stati i 5stelle a sottolineare i ritardi di questa bozza “Ancora nessuna traccia dell’accordo della Regione con lo Stato per ridurre la spesa, a rischio la spalmatura del disavanzo della Regione in 10 anni consentita dal governo Conte con il Decreto Legislativo 158/2019”.
“Il Governo Conte- avevano detto i deputati – per evitare il fallimento della Regione, con il Decreto Legislativo 158/2019 ha consentito di ripianare le quote di disavanzo relativo al rendiconto 2018 in un decennio. Il termine di 10 anni però viene ridotto a 3 anni se entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore del Decreto la Regione e lo Stato non sottoscrivono un accordo contenente specifici impegni di rientro dal disavanzo che garantiscano il rispetto di specifici parametri di virtuosità, quali, ad esempio, la riduzione strutturale della spesa corrente già a decorrere dall’esercizio finanziario 2020. Ebbene il 2020 si è già chiuso da 12 giorni e dell’accordo che la Regione deve sottoscrivere con lo Stato non c’è traccia. Per questo chiediamo che il governo venga a riferire in aula in merito agli impegni che la Regione vorrà inserire nello schema di accordo Stato/Regione”
“Comunque vada – afferma il capogruppo Giovanni Di Caro – questa vicenda rappresenta un fallimento per il governo regionale. L’eventuale ok al ripianamento ci metterebbe al riparo dal disastro totale, ma per il governo Musumeci non sarebbe comunque il caso di gonfiarsi il petto: la spalmatura assomiglia tanto ad un piano di riequilibrio per i Comuni in dissesto”.
Ma il rischio adesso è un altro. Con la crisi di governo incombente sul Conte bis per effetto dell’astensione dei ministri di Italia Viva in Consiglio dei Ministri al voto sul Recovery Plan è facile che il Cdm metta da parte ogni questione Sicilia se prima non è certo di essere pienamente in carica. e se il governo dovesse cambiare, anche in presenza di disposizioni precise, un nuovo esecutivo con una precisa conotaziooen politica potrebbe rimettere tutto in discussione mentre la Sicilia langue nei suoi debiti e si avvicina ad un giudizio di parifica dei conti quanto mai incerto
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