“In Sicilia siamo in piena emergenza siccità e noi sindaci non riceviamo alcuna indicazione dalla regione su come muoverci” – lo afferma Filippo Maria Tripoli primo cittadino di Bagheria, che lancia un monito forte e condanna l’inefficienza della politica regionale. “Sono mesi che attendiamo di sapere quali sono sono gli interventi che la regione ha messo concretamente in campo per contrastare questa crisi, che rischia di avere risvolti drammatici” – continua Tripoli.

Lavori fermi, prossima estate a rischio

“Dopo la dichiarazione dello stato di emergenza e la nomina del Commissario straordinario da parte della regione siciliana non sono stati ancora avviati i lavori per la riattivazione dei pozzi comunali e l’installazione dei dissalatori. Si tratta di un ritardo che non è più tollerabile, di questo passo il rischio è di non arrivare preparati alla prossima estate ed è un‘eventualità che nell’interesse della Sicilia e dei siciliani non possiamo permetterci” – conclude il sindaco di Bagheria.

In Sicilia pronto il secondo piano con oltre 130 interventi

“In riferimento alle dichiarazioni del ministro della Protezione civile, Nello Musumeci, durante il question time di oggi alla Camera dei deputati, Palazzo d’Orleans precisa che la Regione, tramite l’ufficio del Commissario delegato all’emergenza, ha già avviato da tempo la seconda fase del processo per affrontare la crisi idrica in Sicilia”. Lo si legge in una nota ufficiale della Regione siciliana.

Il riferimento è alle parole pronunciate da Musumeci durante il question time quando ha detto, risponde ad una interrogazione di Italia Viva, che dopo l’incontro del 30 settembre il Ministero è rimasto in attesa di un piano dalla Regione ancora non pervenuto.

Ma la Regione non ci sta “È stata, infatti, già trasmessa al dipartimento nazionale della Protezione civile una proposta del secondo piano di interventi che include oltre 130 progetti, elaborati in risposta alle richieste pervenute da ATI, gestori idrici e da Comuni. Oltre a 200 interventi di riparazione e acquisto di autobotti per i Comuni per oltre 8 milioni di euro”.

Il piano

Questo piano è attualmente oggetto di una stretta interlocuzione con gli uffici competenti della Protezione civile di Roma e si sta tenendo conto delle osservazioni delle autorità nazionali e anche di quelle ricevute, fino a poche ore fa, dai Comuni e dai gestori. Il processo di aggiornamento per garantire che gli interventi siano tempestivi ed efficaci nel rispondere alla grave siccità che affligge la regione, dopo le numerose riunioni con le ATI, l’ultima delle quali si è tenuta ieri, è stato ultimato ed è pronto per essere inviato definitivamente a Roma.

La crisi idrica

La crisi idrica in Sicilia è il risultato, oltre che della grave siccità, di decenni di ritardi nella manutenzione delle infrastrutture e nella pianificazione strategica. Nonostante ciò, l’attuale governo regionale ha intrapreso azioni concrete, anche grazie allo stanziamento di 20 milioni di euro approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso maggio per fronteggiare l’emergenza, ai quali si sono aggiunti già 39 milioni del bilancio regionale e altri 40 sono previsti nel ddl delle variazioni di bilancio già approvato dalla giunta regionale e trasmesso all’Ars per il completamento dell’iter legislativo. Si continua a lavorare per ottenere ulteriori risorse necessarie al completamento degli interventi, in linea con le priorità segnalate dalla cabina di regia e dal commissario delegato, il presidente della Regione Renato Schifani.

Le parole di Musumeci

“La grave siccità della Sicilia sconta un ritardo nella programmazione e della manutenzione delle infrastrutture sicuramente pluridecennale”. Lo ha detto il ministro per la Protezione civile e le politiche del mare Nello Musumeci al question time della Camera.

Il ministro ripercorre gli ultimi mesi: “Il 30 maggio gli uffici della Protezione civile hanno approvato il piano degli interventi urgenti: 52 strutturali, nuovi pozzi e reti di acquedotti per 19 milioni e 124 mila euro”.

Oltre 86 interventi per l’acquisizione di autobotti per 760 mila euro, e altri lavori straordinari”.

Musumeci sottolinea che il 30 settembre, in due riunioni, si sarebbe parlato della “bozza di un piano per ulteriori misure che la Regione ha chiesto di finanziare con risorse dello Stato; al momento il piano non risulta restituito dal commissario delegato Schifani”.