Secondo i bilanci 2016, gli ultimi disponibili, sono più di 23 miliardi di euro i crediti che i circa 8.000 Comuni italiani faranno fatica a riscuotere, il 15% in più rispetto ai 20 dell’anno precedente. A dirlo è Cerved, primario operatore italiano per l’analisi del rischio e la gestione del credito, che ha fatto un’attenta analisi dei bilanci. Un fenomeno in aumento, dunque, a cui sarebbe opportuno rispondere con strumenti dedicati, come la linea di servizi di supporto alla riscossione sviluppata da Cerved.
Si tratta di crediti di parte corrente – tasse come IMU, TARI, TASI, TOSAP (occupazione di spazi pubblici), ma anche entrate patrimoniali come multe stradali o rette scolastiche – che però sono sorti da almeno 12 mesi e quindi vanno contabilizzati in una specifica voce di bilancio. Parliamo di quasi la metà del totale delle entrate (47%) che siccome non è stata incassata entro un anno ha un’alta probabilità di non venire incassata mai, perché più passa il tempo e peggio è.
In questa classifica la Sicilia risulta essere la terza peggiore regione con 361 euro di debito per abitante corrispondente a crediti non incassati dalla Pa, contro una media italiana di 207 euro
Sempre secondo questa classifica Catania è il sesto peggior Comune fra quelli con oltre 100.000 abitanti, con un debito di 1.048 euro pro-capite
“La PA, così come le aziende private, dovrebbe cercare di rientrare dei crediti nella più alta percentuale possibile e in poco tempo, in modo da avere la liquidità necessaria per pagare i fornitori ed erogare i servizi ai cittadini – commenta Marco Nespolo, amministratore delegato di Cerved -. La soluzione è affidarsi a chi ha sviluppato strumenti e procedure dedicate che permettono di intervenire tempestivamente in via bonaria e stragiudiziale, recuperando tra il 30 e il 40% del denaro nell’arco di settimane o di mesi, mentre affidarsi alle cartelle esattoriali significa seguire un iter burocratico che fa passare in media 5 anni per arrivare a incassare non oltre il 5%. Questi 23 miliardi non ricossi, che rappresentano una seria carenza di liquidità per i Comuni, hanno altissime probabilità di tradursi in buchi di bilancio permanenti, con ricadute pesanti su tutti i cittadini. I Comuni più virtuosi hanno cominciato ad accorgersene, con ottimi risultati in termini di costi/benefici. È incredibile quante situazioni si risolvono con un approccio proattivo, oltre a riflettersi positivamente sul rapporto con il cittadino, che sente la PA più collaborativa, meno distante e vessatoria”.
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