• Musumeci parla della zona arancione: “Abbiamo avuto ragione”
  • Tarda ancora la pubblicazione dell’ordinanza del Ministro già annunciata
  • Il Presidente non accenna al giallo che spetterebbe alla Sicilia
  • Parla di speranza ma poi indica in aprile la possibilità di tornare ad aprire

“Speriamo che nel mese di aprile si possa arrivare ad una riapertura che metta gli operatori economici di tornare a lavorare e quindi di tornare a guadagnare e di uscire da questo tunnel dove il buio sembra avere spento ogni speranza. La speranza rimane in vita: lo abbiamo visto e lo vedremo di più nelle prossime settimane. Ma la speranza va alimentata non soltanto dalla forza di ciascuno di noi, ma anche dai comportamenti di ciascuno di noi. E sono sicuro che presto vinceremo questa battaglia”. Lo ha affermato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci,  in un video messaggio sull’emergenza Covid19.

Le ultime ore di zona rossa per la Sicilia che domani a mezzanotte sarà arancione, sono dunque considerate un successo. Prudenza la parola d’ordine e anche la Regione si adegua alla scelta nazionale, ma definire quel che è ccaduto fin qui un successo appare azzardato. In zona rossa nell’isola resta solo la città di Messina per effetto dei provvedimenti regionali.

Tutto ciò nonostante i numeri siano da zona gialla e non arancione così come erano da zona arancione quando diventammo rossa (nella settimana successiva, quella che finsce oggi però il rosso era il colore corretto in base ai dati). Dunque anche la Sicilia ha subito una settimana nel colore sbagliato che non meritava ma lo ha chiesto quindi non se ne è lamentata. E anche se saremo ancora nel colore sbagliato non ce ne lamenteremo, tutt’altro.

Ma in realtà cambia davvero poco per i cittadini (cambia molto per le attività commerciali non alimentari). Una cosa, però, balza agli occhi più dei colori. La Sicilia che ha mutuato il modello lombardo (così ci hanno raccontato prima della pandemia) sembra essere l’unica regione ad aver fatto peggio della Lombardia che adesso è gialla.

La Sicilia mostra un indice puntuale Rt addirittura al di sotto della valutazione che era stata fatta due giorni fa ma continua ad essere la cenerentola d’Italia, la Regione più contagiata nell’immaginario collettivo anche se non è così e certamente la più bisfrattata nei provvedienti. E ne gioisce.

Gli indici Rt puntuali di tutte le regioni

Questo il quadro degli Rt puntuali regione per regione contenuto nella bozza del 37 esimo monitoraggio settimanale:  Abruzzo 0,81 Basilicata 0.91 Calabria 0.82 Campania 0.97 E-R 0.77 F.V.Giulia 0.68 Lazio 0.73 Liguria 0.87 Lombardia 0.84 Marche 0.88 Molise 1.51 Piemonte 0.82 PA Bolzano 0.8 Pa Trento 0.56 Puglia 0.9 Sardegna 0.81 Sicilia 0.98 Toscana 0.95 Umbria 0.96 Valle d’Aosta 0.82 Veneto 0.61

Cosa cambia con la zona arancione

Il passaggio in zona arancione non è un liberi tutti, tutt’altro. Poche le differenze  per il cittadino comune, due le principali: stop all’autocertificazione per uscire di casa e riapertura dei negozi generalisti di abbigliamento e così via.Restano chiusi nel week end i centri commerciali, restano solo da asporto bar e ristoranti. Con il passaggio in zona arancione toccherà alla regione valutare la riapertura della scuola in presenza. Dalla prossima settimana potrebbero tornare in classe le seconde e terze medie e a seguire progressivamente anche le superiori fino al 50% dell’indice di riempimento ma quest’ultima valutazione dipenderà dallo screening in corso. Al momento il rientro al liceo slitterà ancora di una settimana.

Infine attenzione agli spostamenti. Resta in vigore il divieto di spostamento fra regioni e fra comuni e il coprifuoco dalle 22 alle 6