In piazza contro la politica del governo regionale e per chiedere al presidente della Regione Rosario Crocetta di dimettersi e lasciare il posto ad altri. La manifestazione è prevista per il pomeriggio del 30 marzo con concentramento in piazza Croci. Ad organizzare la protesta numerose associazioni di varia estrazione politica.
“Siciliani liberi, in questo momento drammatico per la nostra Patria – si legge in una nota indipendentista – stretta tra il colonialismo e il commissariamento italiano da un lato e dall’altro un governo-fantoccio, quello di Crocetta, completamente inadeguato, ritiene che le ragioni per cui associazioni e movimenti di ogni tipo hanno dato iniziativa a una marcia contro il Governo Crocetta per il prossimo 30 marzo, a Palermo, siano tutte condivisibili”.
A ufficiliazzare l’adesione alla protesta è il professor Massimo Costa, leader di Siciliani Liberi, che annuncia la partecipazione del suo movimento alla grande manifestazione del 30 Marzo a Palermo (raduno alle 15 in Piazza Massimo).
“Gli indipendentisti – aggiunge Costa- non possono stare a guardare quando il Popolo Siciliano scende in piazza. Gli indipendentisti, anzi, devono essere il “sale” di questa manifestazione, perché la Questione Siciliana è essenzialmente una Questione Politica e nella mancanza di libertà e indipendenza della Sicilia è da cercare l’origine di quasi tutti i nostri mali”.
“Quello che ci convince di questa manifestazione è che non vediamo, tra gli organizzatori, partiti e sindacati ITALIANI. Se e quando li vedessimo alla manifestazione, promettiamo di fischiarli. E per noi questa non è solo una manifestazione “contro”, contro Crocetta, ormai nullità istituzionale, ma sarà una manifestazione “per”, per la Sicilia che vogliamo: ricca, libera, indipendente, finalmente terra normale e non più sfruttata da comitati d’affari interni ed esterni. Il 30 marzo 2016 è il 734° anniversario del Vespro. Per noi quindi questa è la “Marcia del Vespro”. Che, come allora, il Popolo Siciliano possa finalmente ritrovare la propria unità e sconfiggere tanto lo “straniero” quanto i “collaborazionisti”.
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