Si agitano le acque in casa Rap in vista dell’accoglimento dei rifiuti di alcuni comuni della provincia di Palermo alla discarica di Bellolampo. I sindacati di categoria della Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti e Fiadel proclamano lo stato di agitazione dei lavoratori. “Non è concepibile sfuggire al confronto con le parti sociali su temi di rilevanza organizzativa ed economica, che possono condizionare pesantemente il precario equilibrio raggiunto in azienda con gli accordi sindacali degli ultimi mesi” dichiarano i segretari aziendali di Fp Cgil Riccardo Acquado, Fit Cisl Vincenzo Traina, Uiltrasporti Francesco Sinopoli e Fiadel Luisa Milazzo.
Il passato da non dimenticare
I sindacati aggiungono: “La Rap e il Comune, non possono dimenticare l’esperienza vissuta negli anni 2019 e 2020 quando la saturazione della VI vasca di Bellolampo determinatasi anzitempo per la disponibilità offerta al conferimento di altri comuni della provincia di Palermo, ha subito dopo creato grandi disagi alla città di Palermo e alla stessa azienda”. “Prima Palermo invasa dai rifiuti per l’impossibilità di abbancarli a Bellolampo e poi Rap che ha dovuto sostenere esborso di costi aggiuntivi milionari per il conferimento nelle discariche catanesi. L’azienda e l’amministrazione comunale non possono sollecitare il confronto con le parti sociali – affermano Acquado, Traina, Sinopoli e Milazzo -, solamente quando è necessario far fronte alla carenza di mezzi e personale, richiamando uno sforzo suppletivo dei lavoratori”.
Rap e Lagalla timidi
Secondo i sindacati sono state troppo timide le dichiarazioni della governance di Rap e dell’amministrazione comunale sull’estrema lentezza della Regione Siciliana nella consegna di almeno il primo lotto della VII vasca. “Non possiamo certamente consentire – aggiungono le organizzazioni di categoria – il ripetersi di una vicenda che negli anni precedenti ha messo in crisi il bilancio aziendale con costi per il conferimento nelle discariche catanesi che hanno superato i 40 milioni di euro, dei quali l’azienda ancora oggi continua a vantare circa 20 milioni dal Comune. Troppo facile asserire poi che i conti della partecipata non sono in regola, la macchina comunale politica e burocratica e la governance aziendale si apprestino a confrontarsi con urgenza con i rappresentanti dei lavoratori. Abbiamo proclamato lo stato di agitazione e siamo pronti a revocare gli accordi sindacali degli ultimi mesi”.
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