Palermo, città amministrata dal centrodestra e guidata da Roberto Lagalla, contraria all’elezione diretta del sindaco metropolitano. È quello che traspare da alcune dichiarazioni dello stesso primo cittadino che in una nota ha voluto esprimere il proprio dissenso in merito all’audizione sull’esame del Disegno di legge sulle Province che vede il ripristino dell’elezione diretta di Province e dei sindaci delle Città metropolitane.
“Rischio duopolio”
“Mi associo al sindaco di Firenze Dario Nardella – dice Lagalla – che, in qualità di coordinatore ANCI delle Città metropolitane, in audizione al Senato, esprime la sua contrarietà all’elezione diretta del Sindaco Metropolitano. Questa elezione, oltre a rappresentare un notevole impiego di risorse economiche, genererebbe un duopolio con la figura del sindaco del capoluogo, causa certa di conflitti e sovrapposizioni istituzionali”. Così dichiara il sindaco della Città metropolitana di Palermo, Roberto Lagalla, dopo l’audizione sull’esame del Disegno di legge sulle Province.
“Utile la nomina di una giunta”
Secondo Lagalla invece sarebbe più auspicabile la creazione di una giunta a supporto del sindaco metropolitano. “Piuttosto, al fine di garantire un corretto funzionamento dell’amministrazione metropolitana e una programmazione organica, è certamente utile la nomina di una giunta a supporto del lavoro del sindaco metropolitano. È necessario non compiere passi falsi, questo Paese ha bisogno di un coordinamento più efficiente e più snello dei Comuni appartenenti alle aree metropolitane, anche attraverso il riconoscimento di adeguate risorse finanziarie per garantire il pieno esercizio delle funzioni delle Città metropolitane”.
Cosa ha detto Nardella
“Parlare di elezione diretta del sindaco metropolitano rischia di minare il principio stesso di questa forma di governo e annullare il ruolo di coordinamento proprio delle città metropolitane”. Lo ha detto il sindaco di Firenze e coordinatore Anci delle Città metropolitane, Dario Nardella, intervenuto ieri in audizione al Senato sul disegno di legge sul ripristino dell’elezione diretta di Province e dei sindaci delle Città metropolitane. “La legge 56/2014 è stata importante, e sarebbe un grave errore un ritorno al passato, in particolare – ha continuato il sindaco di Firenze – modificare l’identificazione del sindaco metropolitano con il sindaco del capoluogo. L’elezione diretta, infatti, con tutto ciò che ne consegue, costerebbe circa un miliardo di euro e porterebbe ad una dualità di figure, appunto il sindaco del capoluogo e quello della Città metropolitana, con inevitabili sovrapposizioni e conflitti”. “Semmai – ha rimarcato Nardella – si dovrebbe intervenire per prevedere l’inserimento di un programma di mandato da far votare al Consiglio metropolitano e della giunta metropolitana quale organo di supporto al sindaco. Bisogna far andare avanti il Paese, non tornare indietro con scelte anacronistiche”.
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