Fin dall’inizio dell’emergenza coronavirus, il Governo Musumeci ha compiuto uno sforzo deciso per mettere in campo lo smart working negli uffici. Abbiamo subito varato ben tre specifiche direttive per garantire la sicurezza del personale, contenere il contagio e riorganizzare il lavoro da casa, vigilando sui Dipartimenti e prevedendo specifica valutazione dei comportamenti di dirigenti e lavoratori. Oggi arrivano i numeri del Ministero della Pubblica Amministrazione a certificare il valore dei risultati da noi raggiunti: la Sicilia è infatti la prima Regione in Italia per numero di dipendenti collocati in regime di lavoro agile”.

Lo afferma con soddisfazione l’assessore regionale alla Funzione Pubblica della Regione Siciliana Bernardette Grasso, a seguito delle rilevazioni del Ministero della Pubblica Amministrazione nell’ambito del monitoraggio sullo smart working nelle Regioni a seguito dell’emergenza covid-19.

“Questo dato – prosegue Grasso – premia la buona volontà di tutta la macchina burocratica isolana e ci motiva ad andare ancora avanti su questa direzione. Ben 7800 unità di personale hanno svolto e svolgono la loro funzione per via telematica – prosegue Grasso – il dato assoluto più alto d’Italia, mentre occorre precisare che la percentuale complessiva dell’Isola si attesta sul 60 per cento per l’incidenza sul dato di lavoratori come custodi dei musei e forestali, non ricompresi nello smart working. L’impegno del Governo Musumeci ha portato buoni frutti, spronandoci a mettere in programma nuovi investimenti sulla modernizzazione per via digitale della Pubblica amministrazione, uno dei punti del nostro programma”, conclude l’assessore alla Funzione Pubblica.

A fine marzo, proprio l’assessore Grasso, era stata protagonista di un botta e risposta con il ministro della Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone che aveva sostenuto, nel corso di una intervista, che “in tutta la Regione Siciliana i dipendenti non sono stati messi in smart working“.

Parole che non sono affatto piaciute all’assessore che aveva immediatamente replicato: ““Nel complesso la Regione Siciliana ha emanato tre direttive specifiche fin dal 9 marzo, imponendo ai direttori dei Dipartimenti di individuare le attività indifferibili e chiarendo che il lavoro agile costituisce la via ordinaria per lo svolgimento delle prestazioni dei dipendenti, in rispetto delle restrizioni anti-coronavirus”.

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