Formazione e coesione sociale, sostenibilità ambientale e innovazione per sostenere il comparto agrumicolo siciliano. E’ questa l’anima del progetto “Social Farming, agricoltura sociale per la filiera agrumicola Sicilia”, presentato oggi a Palermo e promosso dal Distretto Agrumi di Sicilia, dell’Alta Scuola ARCES con il contributo di The Coca-Cola Foundation. Sono intervenuti gli assessori regionali all’Agricoltura, Antonello Cracolici e all’Istruzione e Formazione professionale, Bruno Marziano.
Il progetto prenderà il via dal 26 maggio con una serie di seminari e workshop in diverse località della Sicilia.
Il progetto si articola in quattro percorsi formativi di agricoltura sociale per la filiera agrumicola siciliana rivolti a giovani, donne, soggetti svantaggiati e immigrati al fine di creare professionalità specializzate nella gestione di imprese agricole multifunzionali (anche con riguardo all’accoglienza turistica e al turismo rurale), nella trasformazione dei prodotti agrumicoli a livello industriale o artigianale, nella manutenzione degli agrumeti sino alla creazione di cooperative che possano avviare queste attività in proprio o offrire servizi alla filiera.
Il progetto “Social Farming”, 240 ore di formazione destinata a circa 200 soggetti, per due edizioni di ogni percorso formativo, offrirà anche una piattaforma informatica per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro che permetterà agli imprenditori del settore di avvalersi delle professionalità formate. L’iscrizione ai corsi, gratuita, permetterà di apprendere a 360° la gestione di un nuovo modello di business sostenibile e innovativo nel comparto agrumicolo siciliano, che ancora oggi rappresenta il 51% della produzione italiana del settore.
«Il progetto ‘Social Farming’ è un’iniziativa di ‘agricoltura sociale’ e nasce dall’idea di unire le esigenze di personale specializzato del comparto agrumicolo a quelle della coesione sociale – ha spiegato Federica Argentati, Presidente del Distretto Agrumi di Sicilia -. Un’iniziativa che rientra a pieno titolo nelle finalità istituzionali del Distretto e che punta a rafforzare e consolidare il comparto creando impresa e manodopera specializzata coinvolgendo fasce sociali deboli, ma molto dinamiche: donne, giovani e soggetti svantaggiati, compresi i migranti. Soggetti che solo con una adeguata formazione possono avere un’opportunità: trovare occupazione, diventare piccoli imprenditori nei servizi connessi e nella filiera ed essere un elemento di stimolo alla crescita dell’intero comparto».
Giuseppe Rallo, Consigliere delegato di ARCES, ha aggiunto: «Abbiamo aderito con entusiasmo al progetto ‘Social Farming’, che vede impegnata l’Alta Scuola di Arces, perché riteniamo il settore agroalimentare una fondamentale leva di sviluppo del nostro territorio, al pari del turismo e dei beni culturali, su cui applicare le nostre attività di formazione. In questi due ultimi ambiti, infatti, abbiamo già attivato due master, quello in Hospitality Management, Food and Beverage, giunto ormai alla terza edizione e quello in Beni Culturali. Questa nuova opportunità di offrire una formazione altamente qualificata nel settore dell’agroalimentare si intreccia e si aggiunge in modo del tutto naturale ai percorsi già attivi. Un ambito di sviluppo senza dubbio da ‘coltivare’».
I dati statistici dicono infatti che donne e giovani sono i protagonisti della trasformazione che oggi coniuga agricoltura e società: sono stati quasi 17 mila gli under 30 che hanno avviato un’impresa agricola in Italia, con il contributo del 18,3% di giovanissimi nella creazione di start-up nell’agroalimentare e del 14,9% in agricoltura. E sono le donne a incarnare, più degli uomini, il modello di impresa agricola multifunzionale (fattorie didattiche, agriturismi, attività ricreative e sociali) e di prima trasformazione dei prodotti agricoli. Inoltre, secondo i dati IRES-CGIL 2013, in Sicilia le donne imprenditrici in agricoltura sono il 31,18% degli imprenditori agricoli e nel Catanese, area maggiormente vocata agli agrumi, le donne imprenditrici sono il 28,67% della categoria.
«The Coca-Cola Foundation ha scelto di credere nel valore e nel potenziale della Sicilia investendo in questo territorio e sostenendo un progetto del Distretto Agrumi di Sicilia e di Arces per favorire lo sviluppo e l’emancipazione dei soggetti più deboli” ha dichiarato Vittorio Cino, Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Coca-Cola Italia. “Coca-Cola, che in Sicilia acquista direttamente il succo d’arancia concentrato, vuole contribuire a creare professionalità sempre più capaci ed esperte anche con l’aiuto delle aziende dell’Isola».
«La Sicilia da domani, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, sarà finalmente dotata di un sistema di certificazione delle competenze – ha detto l’Assessore regionale all’Istruzione e Formazione professionale, Bruno Marziano – e anche I corsi attivati nell’ambito del progetto Social Farming potranno avere la certificazione. L’assessorato è assolutamente disponibile a collaborare in tal senso».
«Un plauso al progetto Social Farming e al Distretto Agrumi di Sicilia e alla capacità di fare rete – ha affermato l’Assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici –. E’ necessario che questo emerga anche nel Piano Agrumi che l’Assessorato all’Agricoltura, di concerto con la filiera, intende predisporre per dare alla stessa filiera agrumicola una strategia e una programmazione unica e condivisa che possa rendere il comparto davvero competitivo all’esterno del nostro territorio. Inoltre, abbiamo già pronto il testo sulla legge per l’Agricoltura sociale e a breve lo porteremo in Assemblea regionale».
Questi i quattro percorsi formativi previsti dal progetto “Social Farming”:
A)“Multifunzionalità dell’impresa agricola (agriturismi, turismi rurali, diversificazione dell’attività) con approccio di turismo relazionale integrato”: attività formative che verteranno su agricoltura e turismo, sino alla gastronomia (tradizioni culinarie siciliane legate agli agrumi).
B)“Conservazione e trasformazione degli agrumi e dei loro derivati”: formazione di manodopera specializzata per la lavorazione degli agrumi nei magazzini di confezionamento e per i laboratori artigianali di trasformazione degli agrumi stessi (marmellate e succhi freschi, ma anche oli essenziali e distillati per l’industria cosmetica).
C) “Tecniche di coltivazione di un agrumeto”: formazione di manodopera specializzata nella cura degli agrumeti, percorso formativo indirizzato in particolare ai giovani immigrati, , approfondendo “sul campo” tecniche di potatura, irrigazione, concimazione e raccolta con l’obiettivo della qualità e della sostenibilità ambientale.
D)“La cooperazione nella filiera agrumicola”: accompagnamento alla costituzione di cooperative formate dai soggetti interessati dalla formazione, per la gestione di imprese agricole multifunzionali, per la gestione di attività di trasformazione degli agrumi per il mercato agroalimentare e per quello della medicina naturale e della cosmesi, per la fornitura di servizi di raccolta, potatura, concimazione e manutenzione degli agrumeti.
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