“La notizia di oggi circa la pronuncia della Corte dei conti sull’irregolarità del bilancio regionale 2020 – afferma il leader di “Sicilia Vera – Sud chiama Nord” Cateno De Luca – non fa che confermare quanto abbiamo sempre denunciato, ovvero che i bilanci della regione sono farlocchi. Lo ripetiamo da anni senza aver mai ottenuto risposte né dall’assessore Armao né dallo stesso Musumeci”.

La tegola della Corte dei conti e le scelte del governo Musumeci

Prosegue De Luca: “Oggi arriva la tegola della Corte dei conti che nero su bianco certifica un buco da oltre un miliardo di euro. Il Governo Musumeci, quello dalle carte in regola, ha approvato i bilanci senza tenere conto delle norme vigenti al momento dell’approvazione. Nel 2019 è stato proposto un bilancio in violazione del diritto di base. La Corte dei conti oggi fa due osservazioni contestando la decisione di spalmare in 10 anni invece che in tre il maxi-disavanzo scoperto a fine 2018 pari a 866.903.662 euro e il finanziamento delle autolinee pubbliche e private in forza di una legge poi dichiarata illegittima dalla Corte costituzionale contestando la spesa di 161.163.169 euro”.

“Buco enorme, adesso operazione verità”

E ancora: “Si fa riferimento ad uno squilibrio di circa un miliardo ma noi sappiamo che in realtà il buco è molto più profondo e su questo metteremo in atto un’operazione verità.
Il vero falso è infatti nel rapporto tra le società della regione e il socio unico che è la regione stessa, lì si nasconde un buco enorme che vogliamo approfondire”.

“L’era dei bilanci fasulli è finita”, il messaggio per Schifani

Conclude il leader di Sicilia Vera – Sud chiama Nord: “Sui conti della regione ci sarà da fare un lavoro di verità perché i siciliani devono sapere queste carte in regola dove sono. Intanto Schifani sappia che in aula non passerà più un atto contabile se non si mette nero su bianco come stanno le cose. L’era dei bilanci fasulli è finita. Ricordiamo inoltre al monarca Schifani che ancora aspettiamo di sapere dove sono andati a finire i 45 milioni di euro stanziati con delibera di giunta e destinati ai comuni per evitare l’aumento Tari. Noi aspettiamo, così come aspettiamo la nomina del dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti, con delega a proporre le proposte PNRR, in vista della scadenza del bando per finanziare il potenziamento delle reti fognarie e depuratori. Siamo all’opposizione, sono un deputato eletto dai siciliani e i nostri quesiti, piaccia o no a Schifani, meritano delle risposte”.

Un miliardo di spese irregolari

Un miliardo di spese irregolari. La nuova tegola della Corte dei Conti arriva sulla testa della Regione, ed è di quelle pesanti. Come scrive “Il Giornale di Sicilia”, le contestazioni viaggiano su un documento di circa 600 pagine che i giudici stanno maneggiando da qualche giorno e che se dovessero diventare realtà, sarebbero guai (seri) per la Sicilia.
La partita, si legge nell’articolo, finirà a dicembre quando le sezioni riunite della Corte dei Conti, presiedute da Salvatore Pilato, daranno la parifica o bocceranno il bilancio stilato nel 2020 dall’assessore all’Economia Gaetano Armao all’epoca del governo Musumeci.

La relazione e i due problemi

La relazione principale, firmata dai magistrati istruttori Tatiana Calvitto, Antonio Tea e Massimo Giuseppe Urso, individua due problemi principali, si legge. Il primo vale 866.903.662 euro e riguarda la decisione di spalmare in 10 anni invece che in tre il maxi disavanzo scoperto a fine 2018. Il secondo grande nodo da sciogliere riguarda il finanziamento delle autolinee pubbliche e private in forza di una legge poi dichiarata illegittima dalla Corte Costituzionale: per questo i magistrati contabili contabili contestano la spesa di 161.163.169 euro. Insieme ad altre contestazioni minori il totale dell’handicap che pesa ora su Palazzo d’Orleans vale circa un miliardo e 100 milioni.