Stop ai procedimenti edilizi in Sicilia senza le quietanze di pagamento rilasciate dai professionisti che hanno redatto i progetti per ristrutturazioni, nuove costruzioni e restauri. Lo prevede un disegno di legge del M5S, primo firmatario Giampiero Trizzino, che cerca di arginare la mole di pagamenti insoluti che si registra nel settore edilizio.

Il disegno di legge, alla cui redazioni hanno preso parte numerosi professionisti di tutta la Sicilia, è stato presentato ai giornalisti oggi nella sala stampa dell’Ars alla presenza di una nutrita rappresentanza di professionisti e vertici degli ordini professionali interessati alla norma.

“Il testo – afferma Trizzino – registra una ampia condivisione, pensiamo di portarlo in aula entro l’estate. Mira a stoppare un fenomeno che, purtroppo, è in costante crescita. Le parcelle non pagate ormai non si contano più e parecchie di quelle che vengono pagate sono saldate dopo lunghi periodi, se non anni. Per altre il pagamento va a buon fine soltanto dopo transazioni che decurtano parte dell’importo pattuito in fase di committenza dell’opera”. Il ddl è stato presentato come norma autonoma e sarà presentato anche come emendamento alla riforma sull’edilizia.

ll testo prevede che lo sportello unico per l’edilizia, nonché gli enti terzi che intervengono con atti endoprocedimentali (Soprintndenza, Genio Civile, etc), siano tenuti ad acquisire prima del rilascio dell ‘autorizzazione richiesta un’autocertificazione rilasciata dai professionisti incaricati che attesti l’avvenuto pagamento dei compensi pattuiti.
Analogo via libera con tanto di quietanza dovrà essere prodotta ai comuni alla fine dei lavori dagli incaricati della direzione dei lavori e dagli incaricati di ogni prestazione professionale relativa alla fase di esecuzione dei lavori.

Assieme a Trizzino hanno illustrato il ddl gli architetti Roberto Gambino e Gianluca Indelicato, Paolo Lo Iacono, presidente dell’Ordine degli ordine architetti di Caltanissetta e vicepresidente della consulta regionale degli ordini degli architetti, Paolo Nicolosi, presidente della consulta regionale dei geometri, Giuseppe Margiotta, presidente della consulta degli ingegneri siciliani, Alessandro Amaro, presidente dell’ordine degli architetti di Catania, Vincenzo Di Dio, presidente dell’ordine degli ingegneri di Palermo, l’architetto Antonello Longo e l’ingegnere Marco Tedesco.

Quasi tutti hanno sottolineato come il testo sia una norma di civiltà che restituisce dignità ai professionisti. Roberto Gambino ha evidenziato il fatto che la legge potrebbe portare anche all’azzeramento dei contenziosi dei professionisti con l’agenzia delle Entrare nel giro di qualche anno.

Il disegno di legge che subordina il rilascio delle autorizzazioni edilizie in Sicilia al pagamento dei compensi ai professionisti coinvolti nelle opere è un risultato molto importante, frutto di un lavoro condotto in armonia attraverso un tavolo tecnico con la partecipazione del mondo delle professioni. È spiacevole che per far valere un ovvio principio si debba ricorrere a una proposta legislativa di questo genere, ed è anche sintomatico di un atteggiamento culturale di scarso rispetto per il lavoro altrui nella nostra terra, ma la speranza adesso è che tutte le forze politiche possano abbracciare questo ddl senza preclusioni legate agli schieramenti. C’è in gioco il futuro di una vasta categoria di persone alla quale ormai, in considerazione dei dati sul reddito medio, possiamo senz’altro applicare la definizione di proletariato e precariato professionale”.

Così Vincenzo Di Dio, presidente dell’Ordine degli Ingegneri della provincia di Palermo, ha commentato i contenuti del testo normativo presentato stamattina in conferenza stampa dal gruppo parlamentare del M5S all’Assemblea Regionale Siciliana, nel quale si prevede il diniego dei titoli abilitativi per opere edilizie nei confronti di chi ne facesse richiesta senza avere prima corrisposto le spettanze economiche dovute ai progettisti.

“L’approvazione di questo disegno di legge – sottolinea ancora Vincenzo Di Dio – potrebbe mettere fine al fenomeno dei contenziosi estremamente onerosi che i professionisti devono spesso intraprendere per ottenere il pagamento dei compensi, ma sarebbe anche un valido punto di partenza nella nostra battaglia per l’adozione dell’equo compenso, fondamentale per restituire la giusta dignità all’opera dei professionisti”.