Stop ai ‘superpoteri’ alla giunta di governo nella nomina di esterni e commissari. Una legge scavalca il parere legislativo ottenuto dal governo Musumeci e restituisce poteri alla I Commissione dell’ars ma è ‘ scontro duro dopo il via libera dell’Ars alla norma targata che ha lo scopo proprio di restituire alla commissione Affari istituzionali il ruolo di controllo sulle nomine. La legge approvata a sala d’Ercole per i proponenti 5 stelle disinnesca un vero e proprio “trucchetto” che, facendo leva su un discutibile parere dell’ufficio legislativo e legale della Regione, consentiva di equiparare i dipendenti degli uffici di gabinetto al personale interno, evitando il parere della Prima commissione di Palazzo dei Normanni.

“È risaputo – spiega la deputata Gianina Ciancio – che le nomine di soggetti esterni all’amministrazione debbano passare dal parere della Prima commissione dell’Ars, corredate da tutta la documentazione che ne attesti la regolarità e l’assenza di motivi di inconferibilità e incompatibilità. Fino ad oggi, però, bastava assumere i propri ‘prediletti’ all’interno dei gabinetti, prima di nominarli, anche per pochissimo tempo, per evitare il voto della Prima commissione”.

“È importante dire – aggiunge Salvatore Siragusa – che la legge in vigore non dice nulla al riguardo e, anzi, fa una netta distinzione tra interni ed esterni, senza eccezioni. Abbiamo voluto specificare meglio quello che per noi è il concetto di interno, ovvero personale in servizio purché ‘a tempo indeterminato’. Questo al fine di sgomberare il campo da interpretazioni forzate e fantasiose che hanno permesso a tutti i governi, di vari colori politici, di nominare chi ha come unico merito quello di essere vicino all’esecutivo di turno, senza fastidiose bocciature politiche”.

Ma sulla norma è scontro fra maggioranza e opposizione e in particolare fra 5 stelle e Diventerà Bellissima “Il DDL sulle nomine esterne approvato dall’Ars oltre che essere inutile ha il sapore di una norma concepita solo su rancori personali” dice Giuseppe Zitelli, deputato all’Ars di DiventeràBellissima.

“I 5 Stelle cantano vittoria, ma questa legge non ha nulla di meritocratico. Basti pensare che si voleva far passare un emendamento che dava alla norma potere retroattivo, elemento che fa ben comprendere come si volevano cancellare alcuni nomi non graditi ai componenti dei pentastellati, solo per pura antipatia”.

“Trovo scandaloso che, invece, di guardare agli interessi della Regione, – conclude – si usi il potere concessoci democraticamente dal popolo per colpire questa o quella persona. La politica, la legge, hanno un altro scopo, un altro significato. A questo aggiungo che questa norma rallenterà la nomina di commissari, il cui insediamento per definizione deve essere immediato ed urgente, ed introduce una distinzione giuridica tra dirigenti interni ed esterni assolutamente illegittima”.

ma la norma che limita i poteri del governo regionale non si ferma qui. Contiene, infatti, un altro provvedimento importante che innalza le competenze di controllo della commissione nei casi di nomina di commissari straordinari negli enti regionali.

“Abbiamo previsto – dice Ciancio – che in questi casi, i requisiti di merito non possano essere inferiori a quelli previsti per la nomina degli organi titolari. Questo vuol dire che se per la nomina a presidente di un ente sono previsti determinati titoli e competenze, i relativi commissari dovranno avere le medesime caratteristiche”.