Una fiaccolata e una catena umana. I cittadini delle Madonie si mobilitano per chiedere la riapertura del punto nascite dell’ospedale Madonna dell’Alto a Petralia Sottana, nel Palermitano, chiuso dal primo gennaio.

Le due iniziative, in programma venerdì prossimo alle 17, sono organizzate dal Comitato pro-ospedale, nato all’indomani della decisione del ministro della Salute Beatrice Lorenzin di non concedere la deroga chiesta dall’assessore regionale alla Sanità della Sicilia, Baldo Gucciardi.

A guidare la fiaccolata, che si concluderà proprio in ospedale, saranno le puerpere che, spiegano all’AdnKronos gli organizzatori, rivendicheranno “il loro diritto a partorire a Petralia Sottana in un ospedale che ritengono sicuro”. Subito dopo una catena umana abbraccerà simbolicamente il nosocomio per testimoniare la volontà di mamme e cittadini di mantenere non solo il punto nascite ma anche il presidio ospedaliero.

Siamo vittime di un”ingiustizia – spiegano dal Comitato -. Dire che le donne scelgono di non partorire nell’ospedale di Petralia perché non lo ritengono sicuro è una menzogna. La contrazione delle nascite è legata al calo demografico della popolazione e non alla scelta delle future mamme di non partorire qui a Petralia. Senza contare i costi che una famiglia deve affrontare dovendo dare alla luce fuori i propri figli”.

Ieri i sindaci delle Madonie, dopo una “marcia” lunga oltre due ore, sono giunti a Palermo per incontrare il neo prefetto Antonella De Miro e chiedere l’apertura di un tavolo con il ministero per la Salute, la Regione e l’Azienda sanitaria provinciale di Palermo per la riapertura del punto, chiuso dal primo gennaio.

“Dal prefetto – ha spiegato subito dopo il vertice il sindaco di Petralia Sottana, Santo Inguaggiato – abbiamo ricevuto massima disponibilità. Ci ha assicurato che si attiverà per l’istituzione immediata del tavolo di confronto”.

Nell’attesa di novità la protesta dei primi cittadini continua con presidi dei municipi. “Non subiremo passivamente questa ingiustizia” assicura il sindaco Inguaggiato.

“Per il punto nascita di Petralia Sottana è arrivato il momento della verità” lo dichiara Pietro Alongi, deputato di Ncd.

Chi ha governato in Sicilia dal 2010 – prosegue il deputato regionale di Ncd – a oggi ha enormi responsabilità nella situazione che si è creata, firmando prima un’intesa in Conferenza Stato-Regioni che prevedeva già sei anni fa la chiusura dei punti non in sicurezza senza poi fare nulla. Per altro, ricordo che, dopo il caso della morte della piccola Nicole a Catania, i problemi nel percorso nascita in Sicilia vennero fuori in tutta la loro gravità. Anche allora fu richiesto dal ministero della Salute che tutti i punti nascita siciliani fossero messi in sicurezza; e, per Petralia, dopo quelle prescrizioni, ancora una volta non si fece nulla. Oggi, a poco più di un mese e mezzo dall’ennesima scadenza, quella del DM 70 che prevede entro il 28 febbraio la chiusura dei punti che non rispondano ai criteri di sicurezza – continua il vicepresidente della commissione territorio all’Ars – ci troviamo ancora ad affrontare il problema perché, in questi sei anni, la Regione non ha adempiuto ai propri doveri verso i quali si era impegnata”.

“La dichiarazione dell’assessore Gucciardi, che oggi si dice disponibile a fare tutto quello che non ha fatto per Petralia – prosegue – spero possa rappresentare una nuova possibilità. L’assessore sa bene che il pallino ce l’ha in mano lui. E allora, siamo disponibili a lanciare una sfida di operatività. Gucciardi sottoscriva un atto formale che impegni il governo regionale a dotare Petralia Sottana di ginecologi, anestesisti, pediatri-neonatologi e ostetriche nonché di quelle infrastrutture necessarie a fornire alle Madonie un punto nascita realmente efficiente, capace di garantire h24 cure e assistenza di qualità alle puerpere e ai nascituri. Se farà questo – conclude Alongi – sono certo che il ministro Lorenzin rivedrà l’atto e, con fermezza, saprà e potrà assicurare alle famiglie siciliane cure e assistenza secondo i parametri di sicurezza”.

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