C’era una dose di idrogeno solforato dieci volte oltre il massimo tollerabile dall’uomo, in quella maledetta vasca a Casteldaccia. Secondo le rilevazioni dei vigili del fuoco, lo strumento adatto per le rilevazioni segnava 100, quando oltre 10 si rischia la vita. Non solo: 100 è il massimo rilevabile dalle apparecchiature, quindi probabilmente il dato era ancora maggiore. Così sono morti i cinque operai ieri pomeriggio a Casteldaccia.

Non sarebbero dovuto scendere in quella vasca

Gli operai non sarebbero dovuti scendere nella vasca. Non era previsto nell’appalto. Il lavoro doveva essere svolto in superficie. Uno spurgo dai pozzetti, tanto che gli operai avevano in dotazione una pala meccanica per rimuovere i pozzetti e un auto spurgo per eseguire gli interventi di pulitura dell’impianto fognante.

La ricostruzione della Polizia

Gli agenti della squadra mobile hanno lavorato senza sosta per cercare di capire cosa fosse successo ieri in via Nazionale a Casteldaccia dove hanno perso la vita cinque operai. Gli agenti non hanno trovato né maschere né gas allert perché non era previsto il loro intervento nella vasca. Da capire cosa sia successo e per quale motivo gli operai hanno deciso di entrare sotto nella vasca e scendere quelle scale dove hanno trovato la morte. Del resto l’Amap, la società che gestisce il servizio idrico a Palermo e in oltre cinque comuni lo aveva spiegato.

Cos’è l’idrogeno solforato

L‘idrogeno solforato, noto anche come acido solfidrico o solfuro di idrogeno (H2S), il gas che ha ucciso i cinque operai di Casteldaccia, è incolore. Nonostante il suo nome, non è un acido, ma un composto chimico formato da un atomo di idrogeno e uno di zolfo. Si forma naturalmente attraverso la decomposizione di materiale organico da parte di batteri privi di ossigeno e può essere trovato in vulcani, gas naturale e alcune acque industriali.

Le proprietà chimiche dell’idrogeno solforato

Questo gas è particolarmente pesante, tendendo ad accumularsi nelle zone basse e poco ventilate. È altamente infiammabile e può reagire con diversi metalli formando solfuri metallici corrosivi. Inoltre, l’H2S si dissolve facilmente in acqua, formando acido solfidrico, che contribuisce alla corrosione di metalli come ferro, acciaio, rame e ottone.

Dove si trova l’idrogeno solforato?

L’idrogeno solforato può essere presente in:

  • Miniere di carbone e zolfo: qui si libera durante l’estrazione dei minerali.
  • Industrie chimiche e petrolchimiche: viene prodotto in alcuni processi industriali, come la raffinazione del petrolio e la produzione di carta.
  • Discariche di rifiuti: si forma dalla decomposizione della materia organica presente nei rifiuti.
  • Foreste e zone agricole: in piccole quantità, può essere prodotto da alcuni batteri presenti nel suolo.

Effetti dell’esposizione all’idrogeno solforato

L’esposizione all’idrogeno solforato è estremamente pericolosa per la salute umana. A basse concentrazioni, può irritare occhi, gola, polmoni e causare edema polmonare. Ad alte concentrazioni, può essere letale, provocando shockcoma e morte per paralisi del sistema respiratorio. Il rischio è aggravato dalla capacità dell’H2S di desensibilizzare l’olfatto, rendendo difficile la percezione di alte concentrazioni dopo una breve esposizione.

L’esposizione cronica a basse concentrazioni di idrogeno solforato può causare:

  • Affaticamento
  • Mal di testa
  • Perdita di appetito
  • Disturbi del sonno
  • Irritabilità
  • Problemi respiratori

In casi gravi, l’esposizione cronica può portare a danni al sistema nervoso, ai reni e al fegato.

Misure di prevenzione

In ambienti industriali o luoghi dove è noto che l’H2S può essere presente, è essenziale monitorare la concentrazione del gas e utilizzare dispositivi di protezione individuale come maschere con filtri specifici. È importante anche assicurare una buona ventilazione nelle aree potenzialmente a rischio per prevenire l’accumulo del gas.