La Digos di Roma ha acquisito, questa mattina, nella sede della società Emery Video, l’audio, andato in onda ieri su Rainews24, tratto dalla registrazione contenuta nella scatola nera del Dc9 Itavia precipitato, al largo di Ustica, il 27 giugno 1980 mentre da Bologna andava a Palermo, 81 le vittime.

La società incaricata dalla redazione di Rainews24, ripulendo la traccia, è riuscita, infatti, a rendere più chiaro il tratto in cui uno dei due piloti, proprio nel momento in cui la registrazione sta per interrompersi bruscamente, pronuncia la frase ‘guarda cos’è’.

Prima dell’intervento dei tecnici della Emery Video riproducendo l’audio originale, conservato finora sul sito stragi80.it, era possibile ascoltare solo la parola tronca ‘gua’.

A disporre l’acquisizione dell’audio è stato il sostituto procuratore Erminio Amelio, nell’ambito dell’inchiesta sul disastro ancora oggi aperta presso la Procura di Roma.

L’audio è stato reso noto nel corso dell’anticipazione del reportage sulla strage, firmato Pino Finocchiaro, che andrà in onda in concomitanza del prossimo anniversario.

Intanto il 28 maggio scorso, la presidente della associazione per la “Verità su Ustica”, Giuliana Cavazza De Faveri, si è rivolta formalmente al premier Giuseppe Conte per avere accesso agli atti e per la loro divulgazione a 40 anni dalla tragedia.

Cavazza ha ricordato come, su richiesta della presidenza della Commissione di inchiesta sul sequestro e sulla morte di Aldo Moro, parlamentari membri della Commissione poterono avere accesso il 30 marzo 2015 presso la sede del Dis, a documenti, messi a disposizione dell’Aisi, relativi agli anni 1979-1980, ai quali era stato tolto o era decaduto dopo trent’ anni il segreto di Stato, ai sensi della legge 124 del 2007.

Sulla base della stessa legge (art. 42), sono stati riclassificati segretissimo, segreto, riservatissimo o riservato: il comma 5 fissa in un massimo di ulteriori dieci anni il divieto di divulgazione degli stessi.

I parlamentari hanno potuto prendere visione e annotare i documenti relativi al carteggio tra l’ambasciata italiana a Beirut e il nostro governo, dal 7 ottobre 1979, data del sequestro di missili terra aria a Ortona a un Gruppo di Autonomi e Palestinesi provenienti da Bologna, sino al mattino del 27 giugno 1980.

Di straordinario interesse sembrerebbero essere – secondo Cavazza – i documenti del 13, 14, 16, 20 e 21 novembre 1979, 18 dicembre 1979, 2 febbraio, 10 marzo, 14 aprile, 12 e 21 maggio 1980, e mattino del 27 giugno 1980.

Cavazza ha sottolineato nella lettera che sulla base della legge per i documenti, gli atti, le attività, le cose ed i luoghi sopracitati è ormai cessato ogni vincolo di classifica, e ha chiesto pertanto di aver accesso ai documenti con facoltà di divulgazione, avendo un interesse qualificato e specifico alla loro conoscenza non soltanto come presidente dell’associazione, ma anche avendo perso la madre nel disastro aereo.

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