- Gli europarlamentari del Pd hanno presentato interrogazione a commissione europea per farsi portavoce del settore
- “I tagli alle giornate di pesca rischiano seriamente di mettere in ginocchio un settore fondamentale”
- “Abbiamo chiesto alla commissione cosa intenda fare per mitigare le perdite economiche”
“I tagli del 7,5% alle giornate di pesca, imposti dal Regolamento del Consiglio per il 2021, e che si sommano a quelli già proposti per il 2019 e per il 2020 rischiano seriamente di mettere in ginocchio un settore che, tra lavoratori diretti e indiretti costituisce la colonna portante di numerosissime comunità costiere del nostro paese”. Lo dichiarano in una nota congiunta gli eurodeputati S&D della delegazione del Partito Democratico, Pietro Bartolo, Giuseppe Ferrandino, Elisabetta Gualmini, Paolo De Castro, Simona Bonafè, Patrizia Toia, Caterina Chinnici, Pierfrancesco Majorino, Pina Picierno.
Portavoce delle principali preoccupazioni
I parlamentari europei hanno presentato un’interrogazione scritta alla Commissione Europea per farsi portavoce delle principali preoccupazioni sollevate dal settore e culminate nella mobilitazione del 12 giugno scorso, quando l’intero settore ittico italiano ha incrociato le braccia.
“Abbiamo chiesto alla Commissione – spiega il gruppo di deputati, guidati da Pietro Bartolo e Giosi Ferrandino, entrambi titolari nella commissione parlamentare che si occupa degli affari marini e della pesca – cosa intenda fare per mitigare le perdite economiche che inevitabilmente verranno prodotte dalle misure di gestione approvate per il 2021.
Sono previste o in via di sviluppo misure economiche per mitigare le perdite di redditività che subiranno i nostri pescatori? Chiediamo che la Commissione renda pubblici i dati riguardanti l’impatto socioeconomico che avranno le misure di gestione approvate per il 2021 e quelle che si propone di presentare per il 2022”.
E concludono: “Soprattutto in questo periodo post pandemia è più che mai necessario trovare soluzioni equilibrate che possano garantire il diritto alla pesca per il nostro settore. Soluzioni alternative ce ne sono, è necessario rivedere i piani pluriennali per tenere conto di tutte le esigenze: quelle ambientali, quelle economiche e quelle sociali”.
Il testo dell’interrogazione
In adempimento a quanto stabilito nel Regolamento WestMed, il Consiglio, in data 28 gennaio 2021, ha adottato il Regolamento (UE) del Consiglio 2021/90 che stabilisce le possibilità di pesca nel Mediterraneo Occidentale per il 2021.
In tale proposta sono previste riduzioni alle giornate di pesca del 7,5%, riduzioni che vanno a sommarsi a quelle già decise per il 2019 e per il 2020. A seguito di questa ulteriore diminuzione, l’insieme del settore ittico italiano ha denunciato la possibilità di non raggiungimento della soglia minima di redditività per la grande maggioranza delle imprese ittiche soggette alle restrizioni. Considerando l’elevato numero di lavoratori direttamente e indirettamente coinvolti all’interno della filiera, l’impatto potenziale delle nuove misure di gestione potrebbe essere devastante per numerose comunità costiere.
1 La Commissione può presentare dei dati sull’impatto socioeconomico delle misure di gestione approvate per il 2021 e per quelle che si propone di presentare per il 2022?
2 Cosa intende fare la Commissione per mitigare le perdite economiche che inevitabilmente verranno prodotte dalle misure di gestione approvate per il 2021?
3 La Commissione ha considerato la modifica al piano di gestione pluriannuale in modo da introdurre misure di gestione alternative che non vadano ad impattare la redditività del settore?
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