Nuovo sit-in questa mattina a Palermo per protestare contro i tagli al reddito di cittadinanza annunciati dal governo nazionale. L’associazione “Basta Volerlo” è tornata in strada con striscioni e megafoni in mano. Appuntamento in via Trinacria sotto la sede dell’assessorato regionale al Lavoro per dire “no” ai tagli. Parole dure da parte dei manifestanti.
Contro carovita e caro bollette
“Giorgia Meloni ha dichiarato che non odia i poveri – ha detto al megafono Davide Grasso, presidente dell’associazione ‘Basta volerlo’ -. Ma li sta letteralmente distruggendo. Vorrebbero dare un assegno di 375 euro al mese con i beni di prima necessità che aumentano. per no parlare degli aumenti delle bollette della luce. E mentre impazza il carovita e il caro bollette loro cosa fanno? La genialata, riducono del 25% il sussidio sapendo che comunque il lavoro non c’è. Non credo che in Italia ci sia mai stata la disoccupazione dello 0%. Tagliare il reddito di cittadinanza significa mandare di nuovo le persone allo sfruttamento, incentivare il lavoro in nero. Noi non ci fermeremo sino a quando questo governo non tornerà sui suoi passi”.
Volantinaggio
Nei giorni scorsi la stessa associazione sempre a Palermo aveva organizzato un volantinaggio. Nel contempo allestito un banchetto in via generale Magliocco per raccogliere delle firme contro il Mia, il nuovo sussidio introdotto dal Governo Meloni e che dovrebbe andare progressivamente a sostituire proprio il reddito di cittadinanza. Decisione sulla quale i manifestanti non ci stanno.
La raccolta firme contro il Mia
Una decina di percettori del reddito di cittadinanza si sono dati appuntamento fra le strade del centro di Palermo. Per tutto l’arco della mattinata, il gruppo dell’associazione “Basta Volerlo” ha distribuito materiale informativo, cercando di convincere i passanti a firmare la loro proposta. Un’azione civica che segue alle numerose proteste del gruppo di percettori. Fra queste anche il presidio condotto a Roma nel mese di febbraio.
Nel mirino delle critiche anche la Regione
Richieste che derivano, inoltre, dalla mancanza di risposte da parte del governo nazionale e regionale. “Quando abbiamo fatto la riunione a Palazzo Orleans, il presidente Schifani ha semplicemente allargato le braccia – sostiene l’associazione -. Avevamo fatto la proposta di aprire due cooperative sociali destinate ai percettori del reddito di cittadinanza, ma ci è stato risposto che non c’erano i fondi. Dopo quindici giorni però, all’Ars si sono aumentati gli stipendi di quasi 1.000 euro a testa. Questo è vergognoso. E’ continuare a fare la guerra ai siciliani. Proprio per questo continueremo a dare battaglia”.
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