Salvatore Giuliano sarebbe stato affiliato alla mafia. E’ scritto nero su bianco su una lettera di quasi ottanta anni fa. Il documento è stato ritrovato da Carmine Mancuso, ex senatore della Repubblica e oggi presidente dell’Associazione Vittime dimenticate di mafia.  A Talk Sicilia, Mancuso ha mostrato per la prima volta questo documento sinora inedito.

La lettera inviata a Raimondo Lanza di Trabia

La lettera proviene dall’archivio dello storico Vincenzo Prestigiacomo ed è datata 23 ottobre 1943. A scrivere è il Barone Stefano La Motta, uno dei fondatori del Movimento indipendentista siciliano e personaggio centrale nelle relazioni che tengono unito il mondo dell’aristocrazia siciliana all’esercito ed  all’intelligence anglo britannica, nel periodo che va dallo sbarco degli Alleati fino alla nascita dell’Autonomia siciliana. La Motta si firma con lo pseudonimo “Vento di sera” e la nota è indirizzata a Raimondo Lanza di Trabia, l’aristocratico siciliano passato alla storia per il suo ruolo di Agente diplomatico.

Ecco il testo della lettera che La Motta invia a Lanza di Trabia. “Caro Raimondo. Il generale Harold Rupert Alexander mi ha chiesto notizie. Io sono stato vago.  L’altro ieri ho incontrato Galvano (il fratello di Lanza di Trabia, ndr), che mi ha raccontato di Cassibile e del suo amico generale Castellano. Intanto a Terre Rosse ci sono diversi accampamenti e può immaginare quale confusione regna. Occorre urgentemente una tua presenza in città. Gli Alleati nell’operazione Husky  hanno coinvolto personaggi mafiosi come Salvatore Giuliano. Questa notizia riservata l’ho appreso da Robert Capa. Così lo sbarco degli alleati è stato un gioco. Si dice che possa esserci anche un aiuto da parte di Lucky Luciano, prigioniero negli Stati Uniti. Affettuosi saluti, “Vento di Sera”.

Servono altre spiegazioni. Il generale Harold Rupert Alexander era il comandante delle forze anglo britanniche nella Sicilia occupata. Dopo la conquista del Nord Africa, Alexander ebbe il comando di tutte le forze alleate presenti in Italia (e il comando della Sicilia occupata, dal luglio al settembre 1943) e insieme con il generale Dwight David Eisenhower, concluse l’armistizio (costituito da un armistizio “corto” e da uno “lungo”) con il maresciallo Pietro Badoglio, che divenne operativo e ufficiale l’8 settembre 1943.

Giuliano, un bandito gentiluomo o un mafioso?

Alla lettura di questa corrispondenza tra i due nobili siciliani, entrambi protagonisti centrali di quel pezzo di storia, al cronista appassionato di vicende di storia tocca il classico balzo dalla sedia. Quel documento comproverebbe due fatti importanti. Prima di tutto, potrebbe essere utile a stabilire l’affiliazione di Giuliano alle cosche mafiose, liquidando così lo stereotipo del bandito gentiluomo, una sorta di Robin Hood in salsa siciliana. Arriva, inoltre , l’ulteriore conferma, laddove ce ne fosse bisogno, del coinvolgimento da parte delle forze militari angloamericane di personaggi mafiosi. Una tesi che ultimamente si sta cercando di diluire, nonostante parecchi ricercatori – tra tutti il professore Giuseppe Casarubbea e Joseph Cereghino –abbiano raccolto una mole impressionante di documenti in tal senso dall’archivio di Nara Park.

La versione podcast della puntata di Talk Sicilia

 

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