Hanno pregato e sperato che da quel maledetto 20 ottobre Benny Roberti potesse risvegliarsi e tornare ad essere quella splendida persona amata da amici e parenti.
Tantissime le visite in seconda rianimazione attendere qualche buona notizia dai medici. L’incidente avvenne il 20 ottobre. Giovedì pomeriggio. Già erano passati alcuni giorni e la speranza che Benny potesse riprendersi era concreta.
I medici in rianimazione spesso assistono a lente riprese anche in condizioni inizialmente disperate. Benny era forte e forse poteva farcela. In tanti hanno tifato per lui. Per vederlo di nuovo sorridente e felice.
Questa mattina la terribile notizia ha raccolto tantissimi parenti e amici dietro la porta della rianimazione. C’era comprensibilmente tanta rabbia e disperazione per una morte assurda. Un pomeriggio come tanti a bordo della moto.
Quella strada l’avrà fatta migliaia di volte. Quel giorno c’era un camion con il quale si è scontata l’Honda. Subito le condizioni di Benny sono apparse gravissime. Il ricovero in seconda rianimazione e poi la morte.
“Non no si può morire così – scrivono sulla sua pagina Facebook – Amici e parenti. Non ci puoi lasciare in questo modo. Come faremo senza di te. La nostra vita è vuota. Ti vogliamo bene”.
Adesso tutta la rabbia e la disperazione la si legge nei volti di quanti si trovano nella camera mortuaria dell’ospedale Civico. Un triste pellegrinaggio per cercare di stare vicini ad una famiglia che difficilmente troverà consolazione per una perdita così assurda. Un giovane di 36 anni che aveva tutta la vita davanti stroncato dall’ennesimo terribile incidente in città.
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