“Rispetto alle critiche da parte di esponenti di Forza Italia come il presidente del consiglio comunale Giusto Tantillo che chiede scusa alla città per il mio gesto eclatante di ieri e parla di pagina buia non accetto
lezioni da chi, ricordo bene, in una consiliatura passata è stato protagonista di una lite furibonda, venendo persino alle mani a tal punto da scendere in mutande da Palazzo delle Aquile, perchè si erano addirittura strappati i vestiti”.
Lo dice Giuseppe Milazzo, capogruppo di Forza Italia al comune di Palermo che ieri per protestare contro la conduzione dei lavori d’aula è saltato sul banco della presidenza a Sala Martorana, a Palazzo Comitini. Tantillo aveva commentato ieri le azioni di Milazzo come “una delle pagine più tristi della storia politica comunale, mi sento di chiedere scusa ai cittadini”.
Le parole di Milazzo
“Non comprendo inoltre la critica dell’ex assessore orlandiano Leopoldo Piampiano, oggi azzurro – aggiunge Milazzo – esperto per salti di schieramento politico non ha eguali. Inoltre, non commento le amarezze del capogruppo di ‘Forza Italia arcobaleno’ Gianluca Inzerillo, perché con arcobaleno sintetizzo tutto”. Ma Milazzo dopo le frecciate ai colleghi della coalizione di centrodestra si concentra sull’omicidio della nostte scorsa a Palermo.
“Un fatto triste che impone serietà – dice – non si può essere ammazzati in discoteca. Quanto accaduto impone ai consiglieri massima responsabilità, pertanto – sottolinea Milazzo – ritengo che a questo punto il regolamento movida sia diventato una questione di ordine pubblico improcrastinabile. Ora sì che eserciterò il mio ruolo di deputato europeo per chiedere al prefetto Mariani e al sindaco Lagalla di intervenire urgentemente per superare l’inerzia creata dal consiglio comunale”.
Infine, Milazzo torna a ribadire che i lavori d’aula vanno programmati senza sosta fino a fine dicembre. “Entro fine anno-
spiega – il consiglio deve assolutamente approvare le proposte di delibera riguardanti, sul fronte economico-finanziario, il riconoscimento di debiti fuori bilancio; le variazioni di bilancio, l’approvazione di imposte/tasse/tariffe, il piano delle alienazioni; ed ancora le collaborazioni esterne per il 2024; le proposte della ragioneria generale per le quali è richiesto parere del collegio dei revisori. Ma c’è anche la convenzione Sispi”, conclude.
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