Tele Jato non si arrende e continua la sua raccolta fondi per ritornare trasmettere. Dopo 33 anni di attività, Telejato ha spento il suo segnale. Dove non è riuscita la mafia, dove non è riuscita la finta antimafia, a tentare di zittire Pino Maniaci e i suoi coraggiosi giornalisti è stata la burocrazia, che per una volta ha indossato il vestito buono dell’hi tech. La museruola. Sul piano formale viene messa in nome delle nuove regole del digitale terrestre.

Spenti i ripetitori di Tele Jato, la tv continua sul web

Ospite di Casa Minutella, Pino Maniaci ha raccontato come le attività del tg della Valle dello Jato non si sia bloccata. I ripetitori sono spenti ma il tg va sempre in onda sui social, sul web ed anche su un canale del digitale terrestre grazie alla collaborazione con un’emittente locale.

Switch off ha ucciso più di 400 tv locali

C’è anche una questione di principio. “Lo switch off uccide 400 emittenti in Italia e 60 solo in Sicilia -spiega il giornalista – e con questa procedura l’articolo 21 della Costituzione è stato completamente calpestato. Stiamo parlando di centinaia di tv locali, piccole realtà che erano la televisione di frontiera, un punto di riferimento della gente. Tutto questo è  letteralmente scomparso con un colpo di spugna. Penso che questa battaglia si debba portare anche avanti”.

Quella di Telejato è una storia di battaglie, di scoop contro le mafie e contro chi dell’antimafia aveva fatto mestiere per arricchirsi o fare carriera. Telejato è e resta una voce libera che ha raccontato l’indicibile la Sicilia e lo ha fatto con orgoglio, passione e coraggio, grazie a un pool di giornalisti che si ispira anche a Peppino Impastato. Annunciando la fine di trasmissioni a Pino Maniaci è scappata una lacrima. Ma siamo sicuri, conoscendo la tenacia dell’uomo ancor prima del giornalista, che anche questa volta Telejato risorgerà e rialzerà la testa per continuare le sue battaglie di frontiera.