Galeotte furono le elezioni provinciali, quelle di secondo livello che, come da profezia politica di Totò Cuffaro, spaccarono il centrodestra e anche i partiti al loro interno facendo emergere (o riemergere) tensioni esistenti, ma sopite.
E se nella coalizione c’è chi chiede spazio in giunta come Raffaele Lombardo, il problema non si limita alla relazione fra i partiti. dentro Forza Italia ritornano le differenze di opinioni fra le correnti interne.
Caruso invita all’unità
A farle emergere, per assurdo, è una intervista del coordinatore regionale di Forza Italia in Sicilia, Marcello Caruso. L’invito di Caruso, analizzando il post-elezioni provinciali, è a superare le polemiche e a concentrarsi sul lavoro del governo Schifani. Secondo Caruso, prevarrà il senso di responsabilità sulla scorta dello “straordinario lavoro portato avanti dal governo e dalla maggioranza di centrodestra” di tornerà tutti “in riga”.
Critico verso le elezioni di secondo livello, ritenute un “meccanismo becero”, Caruso ha ribadito, nelle sue dichiarazioni al quotidiano on line LiveSicilia, che sarebbe stato meglio “restituire agli elettori la parola” per scegliere i rappresentanti in enti considerati “fondamentali”. Il sistema attuale lascia spazio a “questioni locali e territoriali” e “anomalie”. Nonostante ciò, l’analisi dei risultati evidenzia un “successo formidabile” del centrodestra con il 70% dei consiglieri provinciali. Caruso si è detto fiducioso nel “senso di responsabilità” dei partiti di centrodestra “impegnati… per il bene della Sicilia”, non temendo “fibrillazioni” per il governo regionale.
Mandare in soffitta le provinciali
Le provinciali sono ormai “in soffitta”, con il focus sulla “politica con la P maiuscola” e sullo “straordinario lavoro” del governo Schifani e della coalizione. Un rimpasto di giunta “non è certamente all’ordine del giorno”, con la ripartizione già stabilita dal responso delle elezioni regionali, salvo eventuali esigenze interne dei singoli partiti.
Piena soddisfazione anche per il risultato di Forza Italia, confermato come il partito leader della coalizione per numero di consiglieri eletti e forte radicamento territoriale. Risultati “straordinari” in ogni provincia, citando in particolare Palermo (5 consiglieri, 25%), Catania (4 consiglieri, oltre 20%), Agrigento e il successo a Caltanissetta, dove FI ha eletto il presidente con oltre il 32% dei voti di lista.
Marco Falcone non ci sta “I confronti si fanno nel partito non sui giornali”
“Preferiremmo che sulla situazione di Forza Italia in Sicilia ci si confrontasse nel partito, non sui giornali. Non vorrei che mantenere un normale atteggiamento di garbo e rispetto di ogni interlocutore, venisse alla fine equivocato. Non tutto è rose e fiori” gli risponde a distanza l’eurodeputato azzurro Marco Falcone, alla guida dell’altra corrente forzista. Falcone lo dice all’agenzia di stampa Ansa a margine di un incontro con i pescatori e le marinerie locali Santa Flavia nel Palermitano.
“Per le analisi del momento politico e dello stato di salute del partito – aggiunge Falcone -, attendiamo che il coordinatore Caruso convochi la segretaria regionale di FI, così come abbiamo già richiesto e come, purtroppo, non è mai avvenuto da quanto è stato nominato, cioè ormai due anni fa”.
Equilibri interni e rapporti con gli alleati
Falcone, vice capogruppo FI a Bruxelles e Strasburgo, fa un passaggio su equilibri interni e rapporti con alleati: “FI è il partito guida in Sicilia, abbiamo il dovere della coerenza e della lealtà verso gli alleati e soprattutto verso noi stessi. Proprio le provinciali – afferma Falcone – sono state caratterizzate da forti contraddizioni che, alla fine, hanno penalizzato comunque il centrodestra e, nello specifico, anche la nostra classe dirigente. Voltarsi dall’altra parte, derubricare o addirittura insabbiare le questioni, non è la soluzione. Sia Caruso che soprattutto il presidente Schifani, con la sua grande esperienza – chiosa Falcone – lo sanno bene”.






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