Con 29 voti a favore, 14 astenuti e nessun voto contrario l’Ars ha approvato il ddl sulle norme relative ai “parcheggi di interscambio”. Subito dopo, con 26 voti a favore, 17 astenuti e nessun voto contrario l’Aula ha anche dato il voto finale al ddl di riordino delle “ex Province” (che di fatto completa il recepimento della legge Delrio), il cui articolato era stato approvato a Sala d’Ercole nelle scorse settimane.

Sono gli unici risultati ottenuti ieri durante la seduta dell’Assemblea regionale siciliana. Il primo, il ddl sui parcheggi, aveva dato qualche problema di tenuta alla maggioranza nei giorni scorsi nonostante non fosse di grande rilievo. Più importante, invece, la norma sulle ex Province anche se rappresenta una parzale resa della maggioranza siciliana all’impostazione nazionale della riforma delle ex Province.

Dopo la sospensione di un’ora, la seduta è ripresa ma l’Aula, ancora una volta, non era in numero legale. In sei hanno lasciato sala d’Ercole costringendo al rinvio della seduta che dovrà riprendee oggi  alle ore 16 con all’ordine del giorno anche il Defr ovvero il documento di economia e finanza regionale che ha avuto il via libera dalla Commissione e prelude all’ingresso nel vivo della sessione di bilancio.

I sei parlamentari della maggioranza che hanno lasciato Sala d’Ercole al momento del voto sul ddl sui debiti fuori Bilancio, facendo mancare il numero legale, sono Marianna Caronia, Tommaso Calderone, Rossana Cannata, Riccardo Gallo, Luigi Genovese e Vincenzo Figuccia.

“Purtroppo dentro questa coalizione di governo della Regione ci sono diversi nodi critici da sciogliere – ha detto Figuiccia -. Ritengo che il presidente della regione abbia una sua maggioranza e che non si debbano cercare
pezzi tra i banchi dell’opposizione. Ci si preoccupi piuttosto di non perdere i pezzi della coalizione”.

Un chiaro segnale che rende ufficiale la riunione riservata di qualche ora prima nella quale si era parlato della possibile apertura della maggioranza ad esterni o con un ingresso formale o, più probabilmente, con un appoggio esterno condizionato a qualche poltrona. I più gettonati per il lancio di un eventuale accordo che rafforzi una maggioranza risicata sono, naturalmente, i deputati di Sicilia Futura anche se voci circolano su alcuni deputati Pd. E Figuccia, a domanda diretta, non si sottrae “Stamane c’è stata una riunione di coalizione di maggioranza, qualcuno da Forza Italia ha proposto di allargarla a ‘pezzi’ di opposizione. Il governo oggi può contare su 36 parlamentari, il presidente Musumeci pensi a tenere insieme i deputati che ha già, invece di pescare in acque che non sono quelle della coalizione”.

“Il presidente dell’Ars Miccichè prenda atto di questo deficit e si dimetta per l’incapacità di fare amalgama – attacca Figuccia -. Bisogna realizzare subito tante iniziative che dovevano essere al centro delle attività di questo parlamento, dalla riforma dei forestali, alle misure per lo sviluppo della piccola e media impresa in Sicilia, ai provvedimenti contro il dissesto idrogeologico, al passaggio degli ex Pip in Resais. Si prenda atto che a Sala d’Ercole manca sempre il numero legale”.

“Le beghe interne alla maggioranza di governo non ci interessano, non ci appassionano, non ci riguardano: siamo e restiamo forza di opposizione ad una coalizione, guidata dal presidente Musumeci, che dimostra ogni giorno di più la sua inconsistenza ed inefficacia di fronte ai tanti problemi della Sicilia” dice Giuseppe Lupo capogruppo del Pd  anche per fugare i dubbi circa una partecipazione all’allargamento anche di pezzi del Pd, voce che è circolata in ambienti pentastellati.

Tentano di spegnere il fuoco che rischia di divampare dentro la stessa maggioranza, invece, i 4 forzisti usciti dall’aula “Non c’è alcuna crepa nella maggioranza e il gruppo Forza Italia resta coeso e granitico a sostegno del presidente Musumeci” dicono proprio i quattro deputati di Forza Italia, Rossana Cannata, Luigi Genovese, Riccardo Gallo e Tommaso Calderone, commentano la loro assenza al momento del voto in Aula di oggi pomeriggio, interpretata come “un segnale di dissenso interno al partito azzurro”.

“La mia scelta di abbandonare l’Aula durante la discussione relativa ai debiti fuori bilancio – spiega, invece, Marianna Caronia – è stata fatta per sottolineare la necessità di un approfondimento tecnico su questo delicato argomento che non può essere affrontato in modo frettoloso. Tale scelta non ha alcun collegamento politico con il dibattito in corso sulla allargamento della maggioranza né, tantomeno, alcun risvolto legato alla ineccepibile conduzione dei lavori dell’Assemblea Regionale siciliana da parte il presidente Gianfranco Miccichè”.

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