Termovalorizzatori si, termovalorizzatori no. Il grande “dilemma” della Sicilia, forse vicino ad una soluzione. Non senza polemiche, ovviamente.

“Spero che la scelta di realizzare due termovalorizzatori in Sicilia sia definitiva”. A dirlo e’  Daniela Baglieri, assessore all’Energia della Regione Sicilia, durante il suo intervento nella rubrica ‘ANSA incontra’, realizzato in collaborazione con il Conai, consorzio
nazionale degli imballaggi e l’Anci, l’associazione nazionale dei comuni italiani, per fare il punto sulla raccolta
differenziata e sul riciclo dei rifiuti in Sicilia.

“Questa scelta – aggiunge l’assessore – dipende dal fatto che l’Europa ha dettato un obiettivo: entro il 2035 potra’ andare in
discarica al massimo il 10% dei rifiuti. Attualmente, in Sicilia ne portiamo circa il 50%. E’ chiaro che facendo una simulazione degli scenari futuri, non possiamo raggiungere quell’obiettivo – dice l’assessore – Cio’ che stiamo cercando di fare e’ aumentare la raccolta differenziata, che dal 18% del 2017 e’ passata al 47% nel 2021”.

Inoltre, con i termovalorizzatori, da cio’ che non riusciamo a differenziare, possiamo recuperare energia, e di questi tempi,
con il caro bollette, e’ chiaro che la termovalorizzazione rappresenta un modo per essere nell’ambito dell’economia
circolare e, al contempo, ridurre il fabbisogno energetico delle citta’ metropolitane. Non dimentichiamo che sono i territori che devono rappresentare nei propri piani d’ambito e individuare anche questa  tipologia di impianto’, conclude Baglieri.

Il sindaco di Siracusa: “Siamo già in ritardo”

“Sui rifiuti paghiamo certamente il ritardo accumulato per colpa della carenza di impianti, non certo a causa dell’ultimo governo regionale, ma proprio per un’incapacità di sistema della Regione siciliana nel riuscire a pianificare, progettare e realizzare impianti”. Così il sindaco di Siracusa Francesco Italia, durante il suo intervento.

“I termovalorizzatori sono fondamentali e indispensabili – ha continuato Italia-  La notizia del bando per la realizzazione di
due termovalorizzatori in Sicilia arriva molto molto in ritardo, ma è assolutamente importante, come importanti sono ulteriori
impianti di differenziazione e le politiche di prevenzione della produzione dei rifiuti. Dobbiamo necessariamente mettere mano
rapidamente, anche attraverso procedure commissariali, alle autorizzazioni e alla realizzazione degli impianti che, ancorché
finanziati per essere poi autorizzati, rischiano di non essere mai completati. Bisogna davvero rendersi conto che viviamo una emergenza le nostre discariche sono al collasso”, conclude.

Trizzino (M5S): “Termovalizzatori? Bando impossibile”

“Velleitaria e contra legem, almeno finché il Piano regionale dei rifiuti resterà quello che è. In una parola frustrante, l’intenzione dichiarata di accelerare l’iter del bando sui termovalorizzatori per il governo Musumeci, incapace di dar corpo ai suoi numerosi annunci. Comunque, sempre di campagna si tratta: se non per la gestione dei rifiuti, probabilmente elettorale”.

È il commento di Giampiero Trizzino, deputato del Movimento 5 Stelle ed esperto in tematiche ambientali, alle dichiarazioni del presidente Musumeci in merito all’eventuale accelerazione al fotofinish che sarebbe stata ordinata agli uffici del Dipartimento regionale.

“Sugli inceneritori – dichiara Trizzino – Musumeci e i suoi uffici non possono produrre alcun bando finché il Piano regionale dei rifiuti non verrà modificato. Qualsiasi azione di senso contrario verrebbe certamente impugnata e condannata non appena sollevata davanti al Tar. La legge – spiega il deputato – parla chiaro: è il Piano regionale dei rifiuti che stabilisce dove vanno conferite le frazioni di raccolta indifferenziata, e attualmente è previsto che vadano nelle discariche disponibili. A stabilirlo è stato lo stesso Musumeci, che ha firmato neppure due anni fa il Piano. Finché questo documento non verrà modificato, non sarà pertanto possibile predisporre alcun bando e per modificarlo servono numerosi passaggi, anche nel Parlamento regionale”.

“Musumeci – conclude Trizzino – ha avuto cinque anni di tempo per condurre in porto questa operazione e non ne è stato capace, perché neppure la sua maggioranza era d’accordo. Adesso vorrebbe far credere di avere tutto pronto, ma non è così. Sempre che le sue dichiarazioni non siano mera campagna elettorale, di inceneritori in Sicilia non se ne possono costruire e sono certo che l’avvocato Renato Schifani al quale Musumeci si rivolge, da esperto giurista qual è, sappia distinguere un atto ammissibile da uno contra legem”.

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