Lampedusa è la “fine del mondo piatto” e partono dal Veneto per raggiungerlo. Qualcosa però è andato storto per due “terrapiattisti” che credono fortemente che il mondo sia piatto. Una storia al limite dell’assurdo che ha come protagonisti due persone di mezza età partiti dal Veneto con l’obiettivo di salpare da Termini Imerese per poi raggingere l’isola maggiore delle Palagie perché considerata la fine del mondo piatto.

Alla fine però sono giunti a Ustica, stanchi e assetati su una barchetta dopo aver sbagliato rotta. La vicenda risale al lockdown. I due, infatti, sono arrivati sull’isola in provincia di Palermo il 26 aprile. “La cosa diverte è che si orientavano con una bussola, strumento che funziona sulla base del magnetismo terrestre, principio che loro, da terrapiattisti, dovrebbero rifiutare”, racconta a La Stampa Salvatore Zichichi, medico dell’Ufficio di sanità marittima del ministero della Salute che si è trovato a gestire la vicenda dal suo presidio di Palermo.

Dopo lo sbarco a Ustica nel pieno dell’epidemia di Coronavirus, i due “terrapiattisti” sono stati scortati con la loro barchetta fino a Palermo per poi vedersi imposta una quarantena precauzionale per quindici giorni a bordo del loro scafo. Ma qui avrebbero perfino tentato la fuga a bordo del barchino. Una vicenda surreale. La Capitaneria di Porto li ha dovuti recuperare a largo dopo tre ore in mare. Una volta riportati sulla terraferma avrebbero di nuovo tentato di fuggire. Alla fine, i due sono ripartiti e tornati in Veneto via terra, tra un comprensibile sollievo generale.