Stretta contro la vendita di alcolici a Terrasini, luogo molto gettonato della fascia costiera Palermitana per la movida notturna. Lo ha deciso il sindaco Giosuè Maniaci per due motivi: evitare che si alzi troppo il gomito mettendo a rischio l’ordine pubblico e la sicurezza; ed anche per evitare l’abbandono indiscriminato di rifiuti come lattine e bottiglie che possono anche diventare un pericoloso, specie se il vetro va in frantumi.
I divieti
Con decorrenza immediata e sino al 4 settembre è vietata in tutto il territorio la vendita bevande di qualsiasi tipo da asporto dalle 23 e sino alle 6 dell’indomani mattina. I cocktail potranno essere consumati all’interno dei locali o nelle aree immediatamente adiacenti al locale se in possesso di regolare spazio pubblico. Il divieto vale anche per i distributori automatici che dunque dovranno essere disattivi nelle ore notturne.
Cosa si rischia
Saranno la polizia municipale, ed ovviamente le forze dell’ordine, a vigilare per il rispetto dell’ordinanza. Se si viene beccati a violare l’ordinanza si rischia davvero grosso. L’inosservanza delle disposizioni è punita con la sanzione pecuniaria da 500 a 5 mila euro e in caso di recidiva può essere disposta dal questore o dal sindaco l’applicazione della misura della sospensione dell’attività per un massimo di 15 giorni.
La vita notturna
A Terrasini sono presenti numerosi pubblici esercizi di somministrazione di alimenti e bevande ed anche molteplici attività artigianali alimentari, frequentate da parecchi avventori anche di giovane età, in orari serali e notturni. “Nella stagione estiva in corso – sostiene il primo cittadino Giosuè Maniaci motivando il provvedimento – si delineano problemi di sicurezza urbana derivanti dal fenomeno della cosiddetta ‘movida’. Di particolare rilievo appare il fenomeno dell’abbandono, dopo l’uso, di contenitori di bevande in vetro e latta, che spesso finiscono, per varie cause, per essere rotti e lasciati sparsi al suolo, arrecando un danno al decoro cittadino e costituendo un pericolo per l’incolumità pubblica”.
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