Terremoto all’Ars. Il Parlamento regionale è paralizzato e sembra stia per arrivare la scossa politica. Le Commissioni non lavorano, le opposizioni chiedono di azzerare presidenze e composizioni e il Presidente Miccichè valuta il colpo di mano che rimetterebbe tutto in gioco
La richiesta dei capogruppo 5 stelle
“Le commissioni dell’Ars appaiono immobili, abbiamo davanti ancora 8 importanti mesi di legislatura, proviamo a dargli nuova verve, rivotando i componenti che sono praticamente gli stessi del 2017 e che per prassi avrebbero dovuto ruotare a metà percorso. Sono certo che la Sicilia non potrebbe che trarne benefici”.
Lo chiede il capogruppo del M5S all’Ars Nuccio Di Paola, che oggi, nel corso di un intervento in Aula, ha avanzato questa richiesta alla presidenza dell’Assemblea.
“Non vedo – dice Di Paola – perché dovremmo trascinarci stancamente verso le nuove elezioni in una eterna campagna elettorale destinata a mortificare i bisogni dei siciliani. Una nuova composizione di questi organi potrebbe movimentare i lavori di un Parlamento che deve essere operativo ed efficiente fino all’ultimo giorno utile. Otto mesi non sono tantissimi, ma neanche pochi e se anche una legge in più dovesse arrivare al traguardo, sarebbe sicuramente qualcosa di importante”.
Pd e opposizioni sposa la posizione 5 stelle
Una posizione, quella assunta dai 5 stelle per bocca del loro capogruppo, sposata anche dal Pd e in generale dai gruppi di opposizione che condividono un eventuale azzeramento. La prassi parlamentare prevede questa eventualità ma non certo a 8 mesi dalla fine della legislatura ed in un momento di scontro nella maggioranza.
Miccichè sta valutando di azzerare tutto davvero
Secondo fonti vicine al Presidente dell’Ars, Gianfranco Miccichè starebbe valutando l’eventualità di azzerare davvero le Commissioni. Se da una parte le opposizioni volevano sottolineare immobilismo e tensioni dall’altro hanno offerto un’arma allo scontro interno proprio agli azzurri.
L’azzeramento silurerebbe anche tre forzisti di peso
L’azzeramento delle dieci commissioni significherebbe il tagli di dieci presidente, altrettanti vice presidenti e la ridistribuzione degli incarichi ai deputati. Di fatto si aprirebbe un’altra guerra di posizione che riguarderebbe, per il 40%, ruoli ‘pesanti’ assegnati proprio a deputati forzisti.
In particolare Forza Italia contra Stefano Pellegrino, presidente della Commissione Affari Istituzionali, Riccardo Savona, presidente della Commissione Bilancio, Margherita La Rocca Ruvolo alla Presidenza della Commissione Sanità e Tommaso Calderone che guida la sottocommissione randagismo.
L’azzeramento riguarderebbe poi le presidenze di Orazio Ragusa, leghista alle Attività produttive; Giusy Savarino di Diventerà Bellissima alla Commissione Ambiente; Luca Sammartino leghista alla Commissione Cultura; Giuseppe Compagnone , Autonomista alla Commissione Attività Europea; Elvira Amata, Fratelli d’Italia alla Commissione Statuto e l’unica presidenza dell’opposizione, quella di Claudio Fava alla Commissione Antimafia.
Un altro terremoto politico stavolta in parlamento
Si inasprisce lo scontro dentro Forza Italia all’Assemblea regionale Siciliana: i ‘dissidenti’ che contestano la leadership di Gianfranco Miccichè hanno convocato, regolamento alla mano, per domani, alle 10.30, il gruppo parlamentare “per procedere all’elezione del nuovo capogruppo”, sfiduciando di fatto Tommaso Calderone. Al suo posto, apprende l’ANSA, l’indicazione è di eleggere Mario Caputo. Decisione che si inquadrerebbe “nella prospettiva di un rilancio dell’azione politica di Forza Italia in Sicilia, quale partito liberale e popolare saldamente ancorato alla prospettiva e ai valori del centrodestra di governo, come indicato dal presidente Silvio Berlusconi. A compiere la mossa i deputati Mario Caputo, Riccardo Savona, Marco Falcone, Margherita La Rocca Ruvolo, Alfio Papale, Stefano Pellegrino, Riccardo Gallo Afflitto.
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