Un terremoto senza precedenti. Quello che si è abbattuto sul Comune di Palermo è un sisma giudiziario ma anche politico che nella storia non si ricorda sotto una amministrazione Orlando  e forse, in queste dimensioni, neanche sotto altre amministrazioni recenti.

Un terremoto che si abbatte sui consiglieri e capigruppo della maggioranza impegnati nelle commissioni Bilancio e Finanza, Urbanistica e lavori pubblici, sui dirigenti dell’amministrazione comunale vicini alle posizioni del sindaco e dei suoi fedelissimi. Un terremoto che si abbatte su Palazzo delle Aquile proprio nei giorni che seguono il rimpasto nella giunta comunale, il ritorno nel novero degli assessori di uomini storici di Orlando come Emilio Arcuri.

Arresti e provvedimenti giudiziari al momento sembrano essere solo la punta di iceberg di una inchiesta ampia che conta su numerose intercettazioni, che definisce ruoli e reati di tanti personaggi oltre ai sette destinatari dei provvedimenti firmati dal Gip. Una inchiesta il cui esito non potrà che avere conseguenze anche sul fronte politico.

Perquisizioni e sequestri di documenti eseguiti contemporaneamente alla notifica dei provvedimenti del Gip sono solo una fase di una inchiesta destinata ad allargarsi, ad aprire altri scenari, a scandagliare altre vicende, altre spese, altri incarichi.

Intanto la Prefettura di Palermo h sospeso i consiglieri comunali coinvolti e analizza la possibilità di altre azioni. Un provvedimento che, dopo gli approfondimenti di legge, può portare fino alla decadenza dalla carica di consigliere comunale a firma del prefetto ma che potrebbe anche dare il via ad una ispezione prefettizia nel Comune capoluogo della Regione visto che nell’inchiesta sono confluite anche le dichiarazioni di un pentito come Bisconti.

Un terremoto a fronte del quale le dichiarazioni politiche latitano. Tutti aspettano di capirne di più, evitano di sbilanciarsi. A parlare nelle prime ore del mattino sono solo le opposizioni. Prima tocca ai parlamentari nazionali e il gruppo consiliare del Movimento 5 Stelle di Palermo  per i quali “L’inchiesta di oggi che vede coinvolti dirigenti del Comune e consiglieri comunali per fatti corruttivi getta una pesante ombra sulle dinamiche amministrative e democratiche, in questo caso legate al tema dell’edilizia privata. Come Movimento 5 Stelle a livello nazionale stiamo portando avanti una lotta a 360 gradi contro la corruzione come testimonia l’approvazione della legge “spazzacorrotti”. Abbiamo avviato alla Camera la discussione su norme per contrastare i conflitti di interessi e per rendere trasparenti e regolamentati i contatti con le lobby. I legami tra politica, amministrazioni e sistemi criminali vanno spezzati. Danneggiano la collettività e il territorio”.

Poco dopo è la Lega ad esprimersi  chiedendo “che si faccia la massima chiarezza, e la massima pulizia”.

A parlare sono il commissario della Lega in Sicilia Stefano Candiani insieme al capogruppo a Sala delle lapidi Igor Gelarda “Se dovesse essere confermato che c’è del marcio, va sradicato in maniera netta e totale. Intanto chiediamo la convocazione di una seduta di consiglio comunale straordinaria affinché il sindaco Orlando, insieme all’assessore all’edilizia privata Emilio Arcuri, si presentino in aula a riferire su questa gravissima vicenda. Massima fiducia nell’operato della Guardia di Finanza e della Magistratura. Palermo, già vittima di una cattiva gestione politica, non può subire anche l’umiliazione di chi cerca di speculare su di una città fortemente ferita. La Lega, Continuano i due esponenti del Carroccio, vuole chiarezza, I palermitani vogliono chiarezza”.

Il sindaco,invece, non affida le proprie dichiarazioni ad una nota e convoca una conferenza stampa a fine mattina

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