Il 23 febbraio in tutta Italia, e anche a Palermo, i lavoratori del gruppo Tim sciopereranno contro le ipotesi di scorporo della rete, per l’unicità dell’azienda, a difesa della tenuta occupazionale delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende del gruppo.

Alle 10 sit-in a Piazza Indipendenza

A Palermo alle ore 10 si terrà una manifestazione unitaria di Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil a piazza Indipendenza per dire “no a un piano folle di smembramento”, “rivolto a salvaguardare gli interessi dei francesi di Vivendi che per far cassa e recuperare sul titolo hanno deciso di dividere l’azienda in più pezzi”.

I sindacati di categoria hanno inviato una richiesta di incontro sia al presidente della Regione che al presidente dell’Ars.

Indotto: oltre 4mila lavoratori a rischio

“Tale decisione porterebbe a drammatiche conseguenze per l’occupazione, non solo nel gruppo Tim ma in tutto l’indotto, che nella nostra città conta in totale oltre 4mila lavoratori – dichiarano il segretario generale Slc Cgil Palermo Marcello Cardella e il segretario generale Cgil Palermo Mario Ridulfo – Il tutto sta avvenendo con il silenzio di questo governo che rinuncia per falsi problemi di regolamentazione a un campione nazionale come Tim, capace non solo di connettere tutti ma di abilitare i cittadini ad accedere senza discriminazione a servizi essenziali ed evoluti, ormai divenuti indispensabili nell’era digitale”.

La protesta dei sindacati

“L’occasione offerta dai fondi del Pnrr destinati allo sviluppo dell’infrastruttura digitale – aggiungono Cardella e Ridulfo – verrebbe sprecata a vantaggio di gruppi imprenditoriali non all’altezza che condannerebbero ancora una volta il Paese all’arretratezza tecnologica. Tim ha sempre dimostrato, e ancor di più durante la pandemia, di essere l’azienda in grado di assumersi questa responsabilità garantendo sempre e comunque la parità di accesso alla rete a tutti i cittadini e agli altri operatori di Tlc. Fra gli interessi degli azionisti e quelli dei consumatori noi saremo in piazza a difendere gli interessi dei lavoratori delle loro famiglie e lo sviluppo del Paese”.

 

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