“Noi abbiamo agito con coerenza, Palermo non andrà in dissesto”: non tarda ad arrivare la risposta del presidente del Consiglio Comunale Totò Orlando in merito alle parole pronunciate qualche ora prima dal sindaco Orlando sul respingimento della delibera sull’addizionale Irpef. L’esponente di Italia Viva ha ribattuto a quanto dichiarato dal Professore, sia sul piano politico che in merito agli attacchi rivolti dal primo cittadino agli ex alleati renziani, accusati di “irresponsabilità politica”.

Totò Orlando: “Palermo non andrà in dissesto”

Gruppo di cui fa parte anche il presidente del Consiglio Comunale Totò Orlando, che ha deciso di replicare a quanto dichiarato dal primo cittadino. “Abbiamo convocato questa conferenza per fare alcune precisioni, anche a tutela di alcuni consiglieri comunali che non sono iscritti al nostro gruppo ma che hanno condotto con noi le stesse battaglie in questi ultimi mesi di consiliatura. A Palermo c’è uno scontro, una divisione. C’è chi pensa che, dopo dieci anni in cui ha governato questa città, possa scaricare le colpe sugli altri. Pare che qualcuno faccia l’amministratore di questa città da Marte. Non si rende conto che ieri è stata bocciata una delibera che avrebbe raddoppiato l’Irpef ai cittadini di questa città”.

Un voto che l’esponente di Italia Viva ritiene chiaro e senza possibilità di fraintendimenti. “Il Consiglio non ha accettato la proposta di restituzione della delibera ed ha proceduto alla trattazione e alla votazione dell’atto, con l’evidente risultato di 3 voti favorevoli, 6 astenuti e 17 contrari. L’atto è stato respinto a larga maggioranza. I consiglieri comunali che avevano approvato il piano di riequilibrio hanno respinto l’atto. Questa città non andrà al dissesto grazie all’approvazione del piano di riequilibrio. Il Consiglio ha semplicemente scelto di non fare pagare ai palermitani le colpe di una Amministrazione che non è stata capace di attuare politiche per prevenire l’evasione fiscale”.

Totò Orlando risponde alle accuse personali

Il presidente del Consiglio Comunale dedica poi una pagina a parte agli attacchi personali rivolti dal sindaco. “Io sono passato con Renzi quando non aveva ruoli istituzionali. Sono amico del senatore Faraone, con cui ho condiviso le battaglie contro la Giunta guidata allora da Diego Cammarata. Ho aderito a questo partito quando non c’erano incarichi. Qualcuno invece lo ha fatto in corrispondenza delle elezioni nazionali”.

“Questa amarezza dal punto di vista umano da un uomo che mi ha invitato a candidarmi è sotto gli occhi di tutti – sottolinea Totò Orlando -. Gli elogi del sindaco nei miei confronti sono facilmente recuperabili. La rottura con questa maggioranza e con la Giunta è avvenuta alla luce del sole, ovvero durante la discussione del bilancio 2020. Con un emendamento, abbiamo destinato i 31 milioni dell’avanzo vincolato a cimiteri, opere pubbliche e quant’altro. Fondi che ad oggi non si possono utilizzare perchè manca il bilancio previsionale 21-23. Non mi sento di rispondere a queste..lasciamo stare”, ha chiosato.

Capitolo a parte riguarda la possibile responsabilità per danno erariale, sulla quale Totò Orlando è estremamente chiaro. “Durante la conferenza, ho sentito parlare di responsabilità per danno erariale. Io credo che se c’è qualcuno da perseguire per danni erariali è qualcuno che ha portato il Consiglio Comunale a scegliere fra il piano di riequilibrio e il dissesto“.

“Sindaco parla di sprechi? Non accetto lezioni da chi gira in auto blu”

Altra replica riguarda i risultati delle ultime sedute di Consiglio Comunale, ritenute dal sindaco uno spreco di fondi e di tempo. “Ho sentito il sindaco parlare di sprechi. La democrazia ha un costo. Noi non guardiamo a quanti minuti spreca la Giunta, che addirittura propone atti di indirizzo o delibati. Molti assessori non si conoscono nemmeno. Non accetto lezioni da chi gira in auto blu in città. Molti assessori lo fanno, anche disattendendo il regolamento. Noi ci siamo caratterizzati per essere il partito dei cittadini. Ci siamo opposti all’aumento delle tasse. Qualcuno ha pensato che facendo la somme e guardando il totale, lo voleva fare gravare sulle spalle dei palermitani. Noi ci siamo opposti, lo abbiamo fatto alla luce del sole. Le accuse del sindaco ci onorano. Noi abbiamo detto fin dall’inizio che questo piano non funzionava. La città non può essere venduta per vent’anni per 180 milioni di euro”.

La risposta a Miceli

Il presidente del Consiglio ha poi dedicato una battuta anche alle parole del candidato a sindaco di Palermo Franco Miceli, al quale non ha lesinato critiche. “Ho letto con compassione il comunicato dell’ottimo Franco Miceli. Quelle perplessità che ha manifestato doveva rivolgerle al capogruppo del PD, che non c’era, alla capogruppo di Avanti Insieme che è uscita dall’aula o alla capogruppo del M5S che si è astenuta. Evidentemente qualcuno non gli ha rappresentato come stanno le cose”.

“In un anno e mezzo abbiamo fatto risparmiare 136 milioni di euro”

Una condotta d’aula, quella messa in campo negli ultimi diciotto mesi, che secondo Totò Orlando ha comportato un notevole risparmio per la città. “In un anno e mezzo, abbiamo fatto risparmare 110 milioni di Irpef, nonchè 26 milioni di euro di extra costi Rap. Abbiamo detto che il Governo nazionale aveva dato ai Comuni una partita di sostegni economici denominato “fondone“. Soldi che potevano essere destinati a pagare gli extracosti Rap. Lo dimostra un emendamento di un assessore, firmato da un componente della maggioranza politica del sindaco. Tutto quello di cui parliamo servirà solo a far si che si possa chiudere un bilancio in pareggio. Non c’è un euro per la manutenzione stradale, degli uffici o delle strutture comunale“.

La questione del personale del Comune

Altra ferita aperta riguarda il fronte del fabbisogno del personale. Uno dei principali motivi che ha portato all’approvazione del piano di riequilibrio ma per il quale mancano, sottolinea Totò Orlando, numerosi documento economico-finanziari. “Dal giugno del 2012 ad oggi il Comune ha assunto un solo dirigente tecnico per mobilità, ovvero l’ingegnere Di Gangi. Poi credo che le uniche assunzioni, contestate dal Mef, sono i famosi dei dirigenti articolo 90, ovvero i collaboratori del sindaco. I dipendenti non vedranno nulla. Per potere procedere alle assunzioni, il Comune deve approvare il bilancio di previsione 21-23, il consolidato 2021, il bilancio di previsione 22-24 e il rendiconto 2021. Se non lo fanno entro settembre, termine ultimo per legge, si dovrà approvare anche il consolidato 2022. Se chi non ha fatto nulla per dieci anni, è in grado di farlo negli ultimi 35 giorni, vi assicuriamo che li votiamo in due minuti”.