Il “no” alla linea A del tram a Palermo che avrebbe dovuto collegare, come da progetto, la stazione centrale con lo stadio “Barbera”, potrebbe diventare oggetto di contenzioso. Lo lascia più che intendere l’assessore alla Mobilità Giusto Catania che utilizza toni molto duri per commentare quanto accaduto ieri pomeriggio in consiglio comunale dove è stato approvato un emendamento con cui per l’appunto si cassa sostanzialmente questa tratta. Sono stati 21 i voti a favore, 9 i contrati e 3 gli astenuti.
“La magistratura valuterà”
“L’emendamento che toglie la linea A del progetto tram di Palermo – sostiene Catania – è un atto criminale. Politicamente e moralmente criminale. Sarà poi la magistratura a verificare se ricorrono gli estremi di reato o il danno erariale. Una cosa è certa: si è sacrificato l’interesse pubblico per privilegiare interessi privati e logiche di parte. La linea A rappresenta il nodo fondamentale per tutto il sistema. Senza questa tratta, di fatto, non è sostenibile dal punto di vista economico, ecologico e trasportistico, l’intera rete tramviaria di Palermo. Non si possono collegare tra loro i depositi di Brancaccio e di Borgo Nuovo. E non potranno essere collegate col centro città i quartieri dello Zen, Sferracavallo, Mondello, Villaggio Santa Rosalia, Bonagia, Cep, la cittadella universitaria, il policlinico, l’ospedale Civico, la parte a monte della circonvallazione. Con quale faccia tosta, in campagna elettorale, andranno a chiedere i voti a chi vive in questi quartieri? Pensano di aver fatto un dispetto a me o al sindaco? È stata inferta una pugnalata alle spalle della città”.
Nessun parere ostativo
C’è da evidenziare che la linea A, prevista nel Piano triennale delle Opere pubbliche dal 2017, aveva ottenuto i pareri positivi da una decina di organi tecnici tra cui la Soprintendenza ai beni culturali che non ha riscontrato alcuno “scempio su via Libertà”, come invece ha sostenuto ieri in aula la maggioranza del consiglio nel giustificare la bocciatura. “Su questo progetto – attacca Catania – si sono costruite menzogne e mistificazioni. Per questa ragione da due anni mi è stato sistematicamente impedito di parlare di tram in Consiglio comunale. Evidentemente non volevano che ci fosse qualcuno in grado di smontare il loro castello di bugie”.
Finanziamento a rischio
Ovviamente con questa decisione cambia decisamente lo scenario attorno al finanziamento che aveva ottenuto il Comune. Parliamo di 800 milioni di euro che rischiano di andare in fumo. “Ieri notte – ha concluso l’assessore alla Mobilità – si è consumata una delle pagine più buie nella storia della città. Mentre qualche consigliere comunale esultava, in modo plateale, da qualche altra parte gruppi di potere hanno festeggiato”.
Consiglieri voltagabbana?
In un documento unitario i 9 consiglieri che hanno votato in modo contrario all’emendamento (Massimo Giaconia, Valentina Chinnici, Claudia Rini, Rosario Arcoleo, Milena Gentile, Barbara Evola, Katia Orlando, Fausto Melluso, Marcello Susinno) non risparmiamo critiche ai loro colleghi considerati dei voltagabbana: “Si dovranno assumere la responsabilità politica, in special modo, chi si è presentato alle elezioni affermando di volere il tram, poi ha votato due piani triennali che prevedevano tutte le linee e, oggi, ne chiede lo scalpo per consumare una squallida vendetta politica a scapito della città”.
Altre opere che si sbloccano
Il voto del piano triennale comunque non porta soltanto amarezza. Ad essere stati sbloccati la ristrutturazione degli asili nido Mimosa e Galante, i progetti di illuminazione pubblica del valore di 40 milioni di euro che riguardano in particolar modo le periferie.
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