“In attesa del pronunciamento della Corte Costituzionale, si faccia quanto prescritto dalla legge”. A dirlo è Mimma Calabrò, segretario generale della Fisascat Sicilia, che commenta la situazione di stallo in cui versa la vertenza che vede coinvolti migliaia di lavoratori ex Pip. Per il sindacato nonostante sia in vifore una legge che regolamenti la stabilizzazione, i vertici della Resais, la società che prenderà in carico l’esercito dei lavoratori, fa melina. Intanto Rosario Ventimiglia è stato nominato presidente della società partecipata nella quale dovrebbero confluire i migliaia di precari.
La trattativa in questi giorni si è bloccata bruscamente proprio mentre si trovava in via di definizione. I lavoratori, sarebbero dovuti passare alla nuova società partecipata Resais, passando finalmente dal limbo della precarietà in cui si trovano al momento, ad una situazione di certezza, ottenendo un contratto a tempo indeterminato. Il tavolo della trattativa è stato però fermato bruscamente, come lamenta Mimma Calabrò, dopo numerosi rinvii, l’acquisizione delle quote della società da parte della Regione e il cambio al vertice del Cda. “I tavoli delle trattative sono saltati – spiega -, mentre era in corso la definizione del passaggio dei lavoratori”.
Intanto i sindacati proclamano lo stato di agitazione e annunciano che da venerdì sarò sciopero a tempo indeterminato. I lavoratori il 5 aprile si concentreranno a palermo, sotto l’assessorato di via Trinacria per poi giungere in corteo in via Praga sotto l’assessorato del Lavoro in attesa del 16 di aprile, giorno in cui dovrebbe iniziare la discussione della Consulta sulla costituzionalità della legge di stabilizzazione del bacino degli ex Pip.
“Gli ex Pip non sono una pallina da ping-pong – dice Mimma Calabrò -, stiamo assistendo ad un rimpallo di responsabilità e scendiamo piazza perché i sentiamo presi in giro. C’è di mezzo la dignità di persone che dopo 19 anni vedono la possibilità di stabilizzazione”. Fisascat Sicilia chiede inoltre, la possibilità di sgravi fiscali che consentano di distribuire più somme per i lavoratori e consentire di avere lo stesso reddito nelle more del passaggio alla Resais. “Questo è un passaggio che doveva compiersi per tempo – spiega Calabrò -, chiediamo una data certa per tornare al tavolo delle trattative, c’è una legge da applicare in attesa del pronunciamento della Corte”.
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