“Nonostante l’impegno del Governo regionale, solo il 20% degli operatori dell’Isola si sta adoperando per allestire gli stabilimenti in vista dell’avvio della Fase 2 dell’emergenza covid19”. È questo il dato preoccupante che emerge da una indagine effettuata da CNA Balneari Sicilia. Su un campione di oltre 200 operatori censiti dalla Confederazione, il rapporto è quasi tranciante: quattro su cinque dichiarano di non aver avviato le opere di manutenzione o montaggio delle strutture.

“Il risultato la dice lunga sul clima di incertezza che vive il comparto – affermano il portavoce Guglielmo Pacchione e il coordinatore Gianpaolo Miceli – e tutto questo nonostante le lodevoli iniziative delle Istituzioni della Regione in termini di accelerazione sulla estensione delle concessioni al 2033 e di esenzione dei canoni demaniali per il 2020”.

Il secondo quesito, sottoposto ai balneari, presenta un dato parziale di imprese prossime ad avviare i lavori: solo il 60% si dice pronto ad avviare i lavori necessari per intercettare una stagione che appare compromessa.
“Gli operatori individuano le principali cause di tanta incertezza in due fattori principali – spiegano Pacchione e Miceli – l’assenza di regole, rispetto alla salvaguardia della sicurezza pubblica, per la gestione delle inevitabili prescrizioni (principale causa per il 45% delle imprese) e l’assoluta insicurezza addirittura dell’avvio della stagione (37%), mentre il 18% si preoccupa della riduzione drastica delle presenze”.

Una indicazione che fa il paio con le auspicate soluzioni del settore: il 40% invoca, come prima necessità, proprio la definizione di un protocollo chiaro e condiviso delle misure anti covid-19, il 25% rivendica un ampliamento provvisorio delle aree concesse per recuperare gli spazi persi dal necessario distanziamento sociale. Un terzo degli operatori si aspetta infine un necessario abbattimento dei costi del lavoro per la stagione che, si spera, prenderà il via nelle prossime settimane.
“Quest’anno sarà delicatissimo per i balneari ma anche per le comunità – concludono Pacchione e Miceli – la funzione storica di presidio attuata dagli operatori è fondamentale per dare sicurezza agli utenti. Per fare ciò bisogna dare chiarezza al comparto, condividere modelli di ripartenza condivisi e pianificare azioni per le prossime settimane. Non ci convince l’atteggiamento attendista del governo nazionale, con il governo siciliano vogliamo invece confrontarci per definire un piano d’azione specifico”.

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