“Il Governo regionale manda allo sbaraglio decine di testimoni di giustizia (neo assunti) presso l’ufficio di Roma, senza garantire alcun tipo di salvaguardia della loro incolumità, ma trova i soldi per acquistare altre auto blu blindate (con tanto di opzionals) da destinare alla propria sicurezza”.

E ancora: “Mentre all’Assessorato Economia anche la carta igienica è diventata un genere di lusso, assistiamo all’ennesimo spettacolo indecente offerto da questi imbonitori della politica siciliana che, ogni giorno, operano nel tentativo di cucirsi addosso un improbabile vestitino di “moralità”.
L’assessore/commissario al Bilancio e i suoi fidi scudieri hanno sempre strombazzato ai quattro venti la volontà di imporre una politica di massimo rigore che, evidentemente, ancora una volta, dimostrano essere riservata soltanto ai cittadini siciliani, ai disoccupati e ai lavoratori”.

E’ il duro atto d’accusa del sindacato Cobas/Codir affidato ad una nota.

“L’assessore al Bilancio, inoltre, – si legge nella nota – dichiara ripetutamente che le casse regionali sono esangui e, infatti, negli uffici regionali si è arrivati al paradosso, appunto, che non ci sono soldi neanche per acquistare la carta per fotocopie o, come già detto, la carta igienica offrendo, anche negli uffici aperti al pubblico e nei musei, uno spettacolo indecente e da terzo mondo ai visitatori.
Incredibilmente, però, tra le pieghe di un bilancio apparentemente tutto lacrime e sangue, ecco saltare fuori, come per magia, 224mila 378euro e 92 centesimi per coprire l’acquisto d’urgenza (con decreto n. 1525 del 4 aprile 2016) di altre due auto blu blindate che vanno ad aggiungersi al già vasto parco macchine della Regione Siciliana”.

“Non possiamo più consentire – dichiarano Marcello Minio e Dario Matranga, segretari generali del Cobas-Codir – che i cittadini non conoscano il vero volto di questo governo e di questi politici. La “spending review”, infatti, vale soltanto per i fessi, per i siciliani, per i dipendenti e per quei poveri testimoni di giustizia mandati a Roma a rischiare la vita. Per stipendi, missioni, rimborsi spese e indennità destinati a assessori, politici e personale dell’ARS, invece – concludono Matranga e Minio – non ci sono mai stati né tagli né ritardi, tutto ciò è irricevibile”.

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