La formazione universitaria al servizio del mondo delle imprese e viceversa. Questo l’orizzonte che entrambi i soggetti si pongono oggi in un mondo del lavoro sempre più difficile, un connubio che riesce maggiormente dove i players economico industriali sono più forti ma che fatica a realizzarsi lì dove queste condizioni non esistono. Pensiamo alla Sicilia che sconta un grave problema di disoccupazione giovanile e forse qui, come in altre situazioni simili, si giocano le vere sfide della formazione universitaria che ha come mission la realizzazione di risulti tangibili e concreti al livello di occupazione ricerca e innovazione sul territorio.
Sono tutti temi che verranno affrontati nel corso della tavola rotonda del Convegno direttori generali amministrazioni universitarie d’Europa dal titolo : “Università ed Europa: nuovi paradigmi per formazione ricerca e lavoro” che si tiene a Villa Igiea. Tra gli interventi quello del direttore generale dell’Università di Palermo, Antonio Romeo, quello del presidente del Consiglio Universitario Nazionale Carla Barbati e quello del presidente della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane Gaetano Manfredi.
Proprio sul fronte formazione-lavoro-imprese interverrà il vice presidente dei Giovani Industriali di Confindustria Riccardo Di Stefano. Palermitano, una laurea in giurisprudenza alle spalle, 30 anni ma già impegnato nella gestione di due aziende. All’interno della Lumsa si occupa proprio di formazione e rapporti con le imprese. Blog Sicilia lo ha intervistato.
“Il mondo dell’impresa e della formazione – sottolinea -, sono vicini ma mai a sufficienza anche a fronte delle grave crisi economica che il nostro Paese ha attraversato e dei livelli di disoccupazione giovanile raggiunti in alcuni territori. Il punto su cui intervenire è contrastare la disimmetria tra le scelte universitarie e i reali fabbisogni occupazionali delle aziende che molto spesso non riescono a trovare quelle competenze a loro necessarie nonostante ci sia un forte bisogno di lavoro”. Insomma incrociare domanda e offerte questo il vero nodo, comprendendo come la formazione in questa partita gioca un ruolo di primo piano nel creare figure professionali spendibile all’interno dello scenario socio economico in cui si trova ad operare.
“L’azione di Confindustria – sottolinea – si muove in questo percorso tendente a ridurre questo gap che è più grave in Italia rispetto ad altri paesi d’Europa che sono nostri competitors. Questa è la sfida dell’Università, ma anche delle aziende che devono rendersi conto del ruolo strategico che gli atenei hanno sui territori”.
La Sicilia rispetto a questo cammino ha una strada ancor più in salita, rispetto alle altre regioni: “Si registrano segnali di incremento del Pil anche nell’Isola – conclude Di Stefano -, ma rimangono gravi i dati sui livelli di disoccupazione e l’assenza di grandi players industriali impegna ancor di più gli atenei che mi pare stiano rispondendo bene nel portare avanti progetti di questo tipo. Un esempio per tutto il Consorzio Arca che è stato incubatore di interessanti start up oggi aziende tra le più importanti nel campo dell’innovazione”.
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