C’è ancora almeno una ‘grande legge’ da fare prima di pensare alle elezioni regionali. Negli ultimi sei mesi di legislatura il Parlamento dovrebbe occuparsi delle grande legge omibus che va sotto il nome di collegato alla finanziaria o stralcio della Finanziaria con, all’interno, tutte le norme che non sono state affr0ntate per ‘fretta’. Ma non solo quella. Il Parlamento deve affrontare anche altri due grandi nodi almeno uno dei quali urgente: la norma sui commissari nelle Asp e la legge sull’acqua pubblica entrambe impugnate dal Consiglio dei Ministri.
In questo insieme di norme importanti che bisogna fare, però, il Parlamento siciliano pensa, invece, a fare cassa pubblica ovvero a dar vita ad un nuovo balzello per i siciliani. La norma considerata urgente è quella sulla fusione di Cas e Anas, ovvero fra la società siciliana che gestisce le autostrade e la società statale che gestisce le strade.
Uno strumento per imporre il pedaggio anche sulle strade dove attualmente non lo si paga. Strade spesso fatiscenti e piene di buche, pericolose e malandate, prive di manutenzione. E proprio le loro condizioni sono la scusa buona per chiedere ai siciliani di pagarne la percorrenza in modo da finanziariarne il rifacimento e la manutenzione.
E su questo tema si consuma un nuovo scontro di ideee fra i compenti più di centro della maggioranza. “Non condivido l’idea di procedere alla fusione tra Cas e Anas- dice il protcove di Sicilia Futura Michele Cimino – davanti ai risultati scadenti sulla infrastrutturazione stradale in Sicilia di cui entrambi sono responsabili. Nella sola provincia di Agrigento sono sotto gli occhi di tutti la chiusura del collegamento Petrus-Favara e il totale abbandono del collegamento Porto Empedocle-Agrigento con la chiusura del ponte Morandi. Inoltre non va trascurato quanto asserito nella recente manifestazione del lavoratori Tecnis sulle criticità che vive l’azienda a causa dei crediti vantati
da Anas. Siamo certi che il Cas sia peggio di Anas? Oppure Anas e Cas sono due realtà fallimentari che realizzerebbero, fondendosi, un fallimento al quadrato”.
Appena una settimana fa, invece, da Messina era arrivata la presa di posizione opposta del leader dei centristi Gianpiero D’Alia per il quale “È importantissimo che si possa arrivare alla fusione tra Anas e Cas, così da fondare una società unica in grado di investire pesantemente nell’Isola, con una progettualità ordinata, mirata e evitando gli sprechi delle opere faraoniche, e spesso rimaste incomplete, per le quali la nostra Isola non si è mai sviluppata completamente, incapace di tenere il passo con il resto del sistema infrastrutturale nazionale”.
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