Seggi aperti dalle 7 di stamane e fino alle 22 e domani dalle 7 alle 14 per gli elettori di 60 comuni siciliani chiamati a rinnovare sindaci e consigli, compresi due capoluoghi: Agrigento ed Enna.

I comuni interessati alla tornata amministrativa dovevano essere 61 ma Tremestieri etneo è stato escluso dal voto a causa di presunti illeciti penali rilevati dalla magistratura nella raccolta e autenticazione delle firme.

A Enna sono cinque i candidati a sindaco compreso l’uscente, Maurizio Dipietro. Dodici le liste di appoggio e 283 gli aspiranti alla carica di consigliere comunale per 24 seggi da assegnare.

Ad Agrigento si ricandida l’uscente Lillo Firetto, sostenuto da sette liste di centrosinistra, che dovrà vedersela con altri cinque candidati, tra i quali domina un blocco di concorrenti del centrodestra a partire dall’ex sindaco Marco Zambuto.

Tra gli altri comuni al voto anche Marsala, Termini Imerese, Barcellona Pozzo di Gotto e Milazzo. A Campobello di Mazara, nel trapanese, è in corsa alla carica di sindaco anche l’ex Pm antimafia Antonio Ingroia.

Nei comuni al di sopra di 15mila abitanti nel caso nessuno dei candidati sindaco superi il 40% dei consensi è previsto anche un turno di ballottaggio da svolgersi il 18 e 19 ottobre con le stesse modalità di voto di oggi.

L’elettore può scegliere di votare per una lista, attribuendo così automaticamente la preferenza anche al candidato sindaco collegato (cosiddetto ‘effetto trascinamento’), oppure può votare solo per il candidato sindaco. Si può inoltre effettuare il ‘voto disgiunto’, votando per un candidato sindaco e per una lista ad esso non collegata.
Infine, per il consiglio comunale, l’elettore può esprimere la propria preferenza scrivendo il cognome, o nome e cognome in caso di omonimia, del candidato prescelto di fianco al simbolo della lista. Qualora esprima due preferenze, dovranno essere una di genere maschile e l’altra di genere femminile, pena la nullità della seconda.

Per i siciliani chiamati alle urne si tratta del secondo voto in due settimane visto che la Regione ha scelto di non accorpare queste amministrative con il referendum tenuto due settimane fa e che nel resto del Paese era stato accorpato proprio con le elezioni amministrative e con le regionali dove si andava al rinnovo.

In Sicilia ci sarà, poi, un’altra chiamata alle urne il 22 e 23 novembre per le amministrazioni sciolte per infiltrazione per le quali i termini del commissariamento non erano ancora scaduti per poche settimane. Si tratta di Vittoria, nel Ragusano, e a San Biagio Platani, in provincia di Agrigento