C’è chi parla di “vergogna”, chi di “inefficienza della politica e della pubblica amministrazione”. Fatto sta che i morti al cimitero dei Rotoli di Palermo non riescono davvero a riposare in pace. Al cimitero, dei luoghi di fortuna in cui sono state riposti i morti in attesa di ricevere una degna sepoltura ci sono oltre 600 bare. Disagi senza fine al camposanto comunale, travolto dall’inchiesta giudiziaria che ha decapitato il personale, e dove ieri, come si legge sul sul Giornale di Sicilia, sono arrivati 20 nuovi defunti.
Ieri ai Rotoli di Palermo mancavano guanti e tute per fare le tumulazioni, quindi ore con le mani in mano fino a quando non è arrivato d’urgenza il materiale e si è potuta fare qualche operazione. Sono invece fermi gli spurghi (riunione dei resti). Le bare restano sparse tra Sala Bonanno, il deposito storico, il capannone-tenda temporaneo e l’ex vivaio. E il bobcat resta parcheggiato con le ruote a terra e quindi inservibile da un mese. Risultato, non si scava nel campo delle inumazioni che sta quasi scomparendo sotto la vegetazione.
Nei giorni scorsi l’amministrazione ha firmato una determina con la quale si cerca di mettere una pezza all’emergenza che non sembra avere fine. Sarà montato un impianto di ventilazione forzata dentro il gazebo all’interno del quale è al momento impossibile entrare a causa di odori nauseabondi. Ad una cooperativa è stata affidata la sanificazione all’interno del deposito di Santa Maria del Rotoli dove una nota dell’Asp aveva evidenziato “gravi carenze igienico sanitaria e la conseguente urgente richiesta di provvedere”.
Ma Palermo, al cimitero dei Rotoli, da tanto tempo va di scena un orrore che va di pari passo con la vergogna. nelle scorse settimane Massimo Minutella, accompagnato dal consigliere comunale Fabrizio Ferrandelli, ha mostrato con triste stupore e genuino risentimento, le salme accatastate in tutti i posti dov’è possibile, persino in un parcheggio. Un forte pugno allo stomaco, da cui emerge la rabbia per tutte quelle memorie calpestate e per i familiari che non hanno il diritto neanche di piangere i propri cari così come la dignità vorrebbe.
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