Verso le elezioni Europee con Gianfranco Miccichè del Gruppo Misto all’Assemblea regionale siciliana che a Talk Sicilia parla degli scenari della politica di ieri e di oggi e fa una analisi in cui definisce la situazione politica “statica”. Ma Miccichè parla anche di una certa litigiosità in maggioranza e della legge sul terzo mandato alla quale lui sarebbe favorevole. Ma sono tanti gli spunti di riflettori.
L’8 e 9 giugno ci sarà la tornata elettorale per le Europee ma contemporaneamente anche amministrative per eleggere sindaci e amministrazioni di 37 Comuni dell’isola. Non ci sono capoluoghi di provincia ma ci sono comunque Comuni importanti. L’attuale situazione dell’Assemblea regionale siciliana. In questi giorni ha tentato anche di fare delle riforme che forse non sempre sono andate a buon fine.
Gianfranco Miccichè dal suo osservatorio, dal gruppo misto e da tutta la sua storia. Qual è la situazione attuale dell’Assemblea? La situazione politica in Sicilia la situazione dell’amministrazione della Regione?
La situazione statica
Miccichè sottolinea come si stia lavorando poco. “L’amministrazione regionale funziona normalmente perché la fanno funzionare le strutture amministrative. La politica dovrebbe servire a fare dei cambiamenti e fare delle riforme. Oggi come oggi non è stato fatto niente. In passato dunque si tentava poi era difficile portare avanti il tentativo ma oggi mi sembra che non ci sia nessun tentativo di cambiare qualche cosa. La situazione in Assemblea è curiosa perché il fatto che il Governo non presenti niente. E devo dire si sta lavorando poco”.
E racconta: “In altre occasioni comunque il Governo presentava leggi una dietro l’altra e quindi in qualche maniera potevano non piacere. Si poteva appassionare per cambiarle non però di fatto si lavorava molto oggi noi lavoriamo veramente poco cioè si lavora in Commissione come sempre nelle Commissioni io stamattina sono qui ma sarei dovuto andare in Commissione. Non sono andato per venire qui ma le Commissioni lavorano sempre, il Governo è molto stretto, è come se fosse un po’ autoreferenziale, nel senso stanno facendo delle cose che probabilmente servono a loro. Io non so bene, non mi interessa saperlo. Quello che stanno facendo non emerge niente. TG non immagini in tv. E c’è però una situazione di quelle cose che arrivano, che spesso sono cose di nomina del suo genere l’Assemblea e la maggioranza degli obblighi. Gli input molto pesanti sulle cose che devono fare e che le donne non possono”.
La riforma Province, Salva Ineleggibili e litigiosità in maggioranza
Quello che è successo in un paio di occasioni, senza andare troppo lontano, un tentativo di riforma forse c’è stato anche per le Province. Sappiamo come è finita. La riforma è stata bocciata in un momento particolare dopo essere stata rinviata in Commissione o è arrivata una bocciatura anche sulla norma cosiddetto salva ineleggibili?
Ci sono state una serie di vicende che mostrano però una certa litigiosità sotterranea dentro questa maggioranza.
“Non c’è dubbio, la maggioranza non è una coalizione vera e propria. Intanto perché io ritengo lo dico sempre continua a dirlo che questo centrodestra è troppo di destra e normalmente senza una forte moderazione senza un forte dialogo senza una forte disponibilità a discutere le cose è difficile che si possono realizzare”.
“Cuffaro, non so dove viva”
Eppure Cuffaro proprio da quella sedia in cui si trova adesso lei ha già detto, qualche giorno fa, che in Sicilia non c’è il destra centro che c’è a livello nazionale anzi c’è ancora un centrodestra.
“Io non so dove viva. In Sicilia c’è certamente il centro più forte di tutta Italia”. E prosegue: “Quando era Presidente lui non sarebbero successe alcune cose. Alcune iniziative vengono imposte ora le imposizioni e non sono un buon metodo di dialogo con il Parlamento”.
Persone pensanti e persone obbedienti
E poi: “Il Parlamento, va considerato, è composto da persone pensanti non da persone obbedienti. Mentre l’attuale amministrazione immagina che il Parlamento sia fatto da persone obbedienti che devono obbedire ai loro. L’idea che si ha e per questo dico che è più di destra che di centro, è che il Parlamento sia un fastidio dal punto di vista costituzionale. Il Parlamento è la salvezza che controlla quello che fa il governo. Se non ci fosse un controllo sul Governo succederebbe di tutto. Bene, per questo Governo il Parlamento è chiaramente un fastidio tant’è che il Presidente Schifani non viene mai. Non è venuto per la relazione di Cracolici sull’antimafia ma perché erano presenti tutti e quindi diciamo quasi quasi un obbligo essere presenti altrimenti non viene praticamente mai insomma non è una bella situazione parliamoci chiaro non è una situazione in cui ci si trova bene e io per esempio in questo momento come tu noto in maggioranza all’opposizione mi tengo in una posizione di libertà assoluta sono anche ben felice di fare questa esperienza e quindi guardo le cose con molta con molta obiettività e devo dire che non mi piace di solito”.
Sul terzo mandato ai sindaci, “Non si può presentare legge ad un mese da elezioni”
Andiamo verso una tornata elettorale a prescindere alle europee ci sarà anche una tornata amministrativa. La conferenza dei capigruppo all’Ars ha deciso di non trattare in questa fase il tema del terzo mandato ai sindaci terzo mandato lo diciamo per chi non ha seguito la vicenda a livello nazionale si ipotizza che per i sindaci dei comuni sotto i 5000 abitanti non ci sia più un limite di mandati per 15.000 abitanti, invece possa esserci un terzo mandato, cosa che se ci metà non sarà.
Terzo mandato, “Sono favorevole”
“Allora io sono uno di quelli favorevoli. Terzo mandato però non è possibile presentare la legge ad un mese dalle elezioni. Ci sono città in cui non ci si può candidare perché il sindaco fino a ieri ha deciso di non farlo. Ma il sindaco che c’era non sapevo se era ricandidato oppure no allora queste sono leggi che si presentano dieci mesi prima delle elezioni. Cioè due aspetti che si vanno a prendere giorni e il mese dopo presenta una legge invece non si capisce perché deve essere presentata a venti giorni dalla presentazione delle liste perché perché ci sono i sindaci e alcuni sindaci che spingono verso il loro partito chiedendo di farla fare per essere per essere ricandidati. Ma allora queste sono leggi che servono per il bene della Sicilia servono per il bene del sindaco ricandidarmi e questo non è possibile allora”.
Questo sarebbe come cambiare le regole quasi in corsa.
“Questa legge se venisse riproposta 15 giorni dopo le elezioni secondo me passerebbe con grande facilità perché la vogliono in tanti. Se c’è un sindaco bravo perché non deve rimanere? D’altro canto oggi il maggioritario mette in condizione come primo che c’era il proporzionale si votava in Consiglio impedendo
Quindi il terzo mandato per lei potrebbe essere esteso anche ai Comuni più grandi?
“Per me sì. E personalmente immagino che se uno è bravo non c’è un motivo se il sindaco parte a 80 nel 90 95 capisco che ci possono essere problemi ma se il Sindaco e il. 45 a 40 addirittura. Ma perché non dovrebbe farlo? Ripeto tanto c’è una certezza: il cittadino ritiene che un sindaco sia bravo oppure no”.
Le europee
Parliamo di elezioni europee si va verso queste elezioni, oltre che quelle amministrative, con sistema elettorale particolare perché diverso da tutti i sistemi elettorali a cui siamo abituati. A parte il fatto che i collegi sono molto grandi, c’è uno sbarramento di livello nazionale e c’è un sistema elettorale oggettivamente diverso con la Sicilia in un collegio unico insieme alla Sardegna
“Sì, peraltro per potersi candidare c’è un sistema che impedisce di fatto ai partiti minori, se non coalizzati con altri, di portare i propri candidati visti i tempi stretti e la grande mole di firme da raccogliere se non si ha già un riferimento partito rappresentato a livello nazionale. Dunque quello che si sta verificando è la nascita di strane alleanze destinate a durare solo il tempo di questa elezione”.
“Cuffaro diceva il fatto che in Sicilia ci sia il centro e questo alla prossima elezione è una dimostrazione di quello che dicevo io, cioè c’è un centro che di fatto non conta. Cioè conta soltanto localmente ma non conta nulla e fuori dalla Sicilia sono tutti i partiti che in Italia non non hanno un un dato importante. Se Cuffaro come ho letto oggi, non so se sia vero o meno, e va con Renzi e bisogna sperare che Renzi faccia il 4%. Cuffaro se il suo partito prende per il suo candidato il 10% gli porto un uno percentuale uno zero 70 percentuale quindi gli può dare sicuramente una mano ma non so se gli viene eletto il deputato. Per cui anche lì poi sentivo e questa è la dimostrazione di quello che c’è oggi in Sicilia sentivo di un candidato peraltro bravissima persona mio molto amico di Antinoro candidato in Forza Italia e Noi moderati”
Due candidati forti in Forza Italia
L’analisi di Miccichè si sposta sui due candidati di punta in Forza Italia, gli assessori regionali Tamajo e Falcone. Queste le sue parole: “Oggi come oggi io credo di sapere chi vincerebbe dei due ma se candidano anche altri non so. Ricordatevi quando c’era Milazzo con Saverio Romano. Tutta Forza Italia unita riuscì a superare Saverio Romano che fece un risultato straordinario. Se nell’attuale forza democristiana si riuscisse a mettere tutti insieme si porta a casa il risultato altrimenti si lascia spazio ad altri”.
L’alleanza con i moderati
Di fatto si ripete la polemica che c’è stata proprio alle scorse europee, quella del quando si disse che la candidatura di Romano dentro Forza Italia fosse un tentativo di acquisire il controllo di Forza Italia, un”Opa.
“La guerra fu il motivo per cui Forza Italia fece quadrato attorno al suo gruppo regionale che era rappresentato da Milazzo. Se la storia si ripete oggi Antinoro sarebbe in condizione di vincere perché se si riesce a rimettere insieme quel gruppo di elettori che ai tempi appoggiò Saverio Romano oggi con Forza Italia divisa in due, peraltro pure con la Chinnici che comunque ha avuto garantito un appoggio direttamente dal capo del partito, Forza Italia alle urne si troverà in una situazione difficile”.
I rischi di Forza Italia
Ma un partito come Forza Italia, che è comunque un partito di centro perché certamente non lo si può mettere a paragone con Fratelli d’Italia da un punto di vista ideologico e di schieramento, non dovrebbe vedere come un’opportunità quella di riunire il centro intorno a sé. A cosa serve questa spaccatura dei centristi?
“Mi permetto di dire che oggi Forza Italia è parte del centro ma i personaggi, i leader degli altri partiti, per quanto più piccoli, hanno un peso maggiore dei leader di Forza Italia e quindi oggi non viene facile e Lombardo, Cardinale e a tutti questi soggetti politici, sottostare alle regole di Schifani e di Forza Italia. Preferiscono fare il tentativo di un’OPA e cercare di portarsela a casa la partita. Questo secondo me è quello che sta avvenendo e se Forza Italia dovesse fare l’errore di dividersi sul nome del candidato di tutti, credo che rischierebbe molto”.
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