Mentre proprio oggi il Pd siciliano convoca la direzione per avviare la fase congressuale c’è una fazione interna al Pd che continua a proseguire il suo percorso parallelo ma distante dalle logiche del partito anche se i componenti di questo ‘gruppo’ si definiscono sempre interni, anzi vera espressione dell’anima Pd. Sono i Partigiani il cui percorso ha varie sfaccettature in un partito che ha bisogno di rifondarsi ma forse non sa ancora bene dove andare.

A Palermo, in un partito senza segretario con Raciti che ha scelto di non ricandidarsi è già sbarcata la mozione Richetti di espressione nazionale ma forse non c’è ancora chiarezza a livello locale.

Così alla Leopolda del Sud di Davide Faraone i Partigiani rispondono con Agorà la loro convention. Anima è l’ex segretario organizzativo del Pd Antonio Rubino.

Sabato la vostra Convenzione o Antileopolda. L’apertura di un conflitto?

Assolutamente no, la nostra convenzione si muoverà esclusivamente dentro i binari della politica e quindi nessuno scontro e nessun “anti”. Proveremo semplicemente a riannodare i legami con una parte del nostro popolo deluso da noi e che vive il conflitto con la deriva fascio-giallo-leghista.

E’ partita la macchina per il congresso regionale e, come sembra, per quello nazionale. I partigiani che faranno?

I partigiani manterranno la coerenza del loro profilo. Siamo nati per ribellarci al sistema che imperversava dentro il Pd. Ad oggi quel sistema sta semplicemente provando a “cambiare cavallo” dopo essere stato “cortigiano”di chi dirigeva il PD, noi continueremo a lavorare per scardinarlo con la nostra libertà e con le nostre idee. Serve un’opposizione seria alla deriva populista a Roma e a Palermo, dobbiamo essere spietati nelle aule parlamentari senza cedere alle tentazioni inciuciste e riorganizzare la nostra presenza nelle piazze, nei luoghi del conflitto e spiegare alla gente che questi ci vogliono portare fuori dall’Europa e che le loro promesse non erano altro che bufale o fake.

Come?

Con la Politica. Se guardiamo al nostro dibattito c’è solo un miscuglio di tattica senza una straccio di idea e di proposta per la Sicilia. All’ARS non esistiamo come collettivo ma come somma di singoli. Non se ne può più: serve una svolta radicale partendo dall’ammissione di responsabilità che ad oggi, ad eccezione di Fausto Raciti, nessuno ha fatto. Il congresso dovrà, anzitutto, segnare uno spartiacque fra conservazione ed innovazione di idee e di facce. Dico da subito che noi investiremo sulla seconda opzione.

Non giriamoci attorno, si candida a guidare il Pd?

Come sempre il mio nome entra “di diritto” nel tritacarne. Dirò la mia quando inizierà una discussione seria e più politica. Ad oggi l’unica cosa che posso dire è che lavorerò per mettere a disposizione del Pd l’esperienza dei PartigianiDem, del lavoro che stiamo facendo e della classe dirigente che condivide il nostro percorso. Non è reticenza o tattica ma semplicemente la coerenza di chi pensa che occorre partire dal “collettivo” per arrivare ai nomi. Altrimenti saremmo come gli altri e non lo siamo.

Riformulo la domanda: che caratteristiche deve avere il suo segretario ideale?

Deve essere una persona che pensi, prima di tutto, a ricostruire il partito e non a cosa deve “fare da grande”. Il rapporto fideistico dal quale è scaturita la classe dirigente nelle istituzioni ha smantellato la collettività del partito democratico. Occorre invertire la tendenza altrimenti alle prossime scadenze non solo non troveremo militanti ma nemmeno voti.

Ok, ma Antonio Rubino cosa farà da grande?

Il militante del Pd e lavorerò per aiutare una classe dirigente ad affermarsi che non necessariamente deve partire dal sottoscritto. Ah, dimenticavo: continuerò a rompere le scatole ed a smascherare “l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto”.