Convocate le organizzazioni sindacali nazionali e territoriali e l’azienda per giorno 25 settembre sulla vertenza Almaviva presso il Ministero del Lavoro, dopo l’incontro a Palazzo delle Aquile della scorsa settimana con il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano, le parti sociali, il Sindaco Orlando, l’assessora Marano e una delegazione di lavoratori del sito palermitano, conclusosi con la volontà di attivare un tavolo sulla vertenza Almaviva in sinergia con il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo.
Tanti i nodi da sciogliere. La riduzione dei volumi di traffico di circa il 70% sulle commesse di Tim e Wind e il conseguente piano di esuberi paventato dai vertici aziendali di circa 1600 lavoratori nella sede di Palermo, a fronte di una crisi di settore generale causa della delocalizzazione e delle gare al massimo ribasso.
“Apprezziamo l’impegno profuso da parte del sindaco Orlando e della giunta comunale e accogliamo positivamente l’interesse del neo ministro per il Sud, Provenzano -precisa Claudio Marchesini segretario regionale Ugl Telecomunicazioni– da circa dieci anni, nonostante le aperture dei governi alla crisi di Almaviva e di tutto il settore, l’unico risultato raggiunto è stato tamponare con l’utilizzo eccessivo di ammortizzatori sociali, i quali non risolvono il problema dei call center ma possono addirittura “drogare” maggiormente il mercato.
Non ci aspettiamo nessuna magia dall’incontro del 25 settembre -precisa Marchesini – anche perché essendo una crisi strutturale e di lunga data, l’unica prospettiva a breve termine è la riproposizione di ammortizzatori sociali per altri sei mesi. Chiediamo a questo governo -conclude il segretario Ugl Tlc- la regolamentazione di un mercato fuori controllo, l’applicazione e la vigilanza sulle tariffe ministeriali, il rispetto delle regole previste sulla delocalizzazione nel Protocollo Calenda e un fondo specifico di settore per le aziende in crisi”.
“E’ importante far presente al governo – dice Aldo Li Vecchi Rsu Ugl Telecomunicazioni- la necessità di una riforma organica di un settore che è al centro di una profonda trasformazione produttiva, come l’avvento dell’intelligenza artificiale e delle nuove tecnologie nel mercato del lavoro. Chiediamo l’applicazione di norme già presenti ma disattese e di nuove previsioni normative per tutelare il lavoro nel territorio nazionale.
Lo stesso Protocollo di autoregolamentazione del 2017 (cosiddetto Protocollo Calenda) firmato da 13 big player dell’imprenditoria privata -aggiunge Li Vecchi- prevedeva una durata di 18 mesi con verifica dopo un anno, e l’obiettivo che si prefissava era di far rientrare percentuali di volumi di traffico, cioè chiamate dall’estero, creando condizioni strutturali a sostegno della buona imprenditoria e della crescita della produttività e della qualità, al quale però non si dato seguito -conclude Li Vecchi- sia per la mancata istituzione di un organo di vigilanza che per la continuità governativa”.
(foto di repertorio)
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