I lavoratori della Sirti di Carini hanno approvato l’intesa sottoscritta l’8 maggio scorso al ministero del Lavoro da Fiom, Fim e Uilm. L’accordo, illustrato oggi in assemblea, è stato messo ai voti ed è passato con 113 sì, 28 no e una scheda bianca. Al referendum sull’ipotesi di accordo per la soluzione della vertenza, in piedi dal 14 febbraio scorso, hanno partecipato 142 lavoratori sui 160 in totale dell’azienda palermitana.
L’intesa, che azzera gli 833 licenziamenti annunciati da Sirti, azienda nazionale specializzata nella realizzazione e manutenzioni di grandi reti di telecomunicazione, prevede uscite incentivate con la non opposizione al licenziamento, per accompagnamento alla pensione e out placement; riconversioni interne del personale nelle unità produttive non interessate dagli esuberi; contratto di solidarietà difensivo all’interno della divisione Telco (e magazzini) con una riduzione media del 23, 22 per cento (con punta massima del 35 per cento).
“La sede di Carini ha votato questa mattina sì all’accordo che cancella gli esuberi dopo una mobilitazione che ci ha visti fortemente impegnati, con scioperi e assemblee, per la difesa dei posti di lavoro – dichiarano il segretario Fiom Cgil Palermo Francesco Foti e le Rsu Fiom di Sirti Giuseppe Romano e Francesco Agnello – L’accordo, discusso con le Rsu all’assemblea informativa con i lavoratori, impegna l’azienda a un confronto continuo sul tema della produttività e della competitività aziendale, con l’obiettivo di far rientrare parte delle attività ora affidate ai sub-appalti. L’intero impianto prevede momenti di verifica sui diversi aspetti, tanto a livello nazionale quanto nei territori da parte delle Rsu”. “La richiesta del sindacato è che adesso il governo – aggiungono Foti, Romano e Agnello – apra un tavolo di settore sulle Tlc”.
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