Nulla di fatto alla fine del primo vero vertice del centrodestra con la partecipazione di tutti. Forza Italia mette sul piatto ben nove nomi, non solo la Prestigiacomo. Due la Lega. La prima scelta azzurra sarebbe sempre Stefania Prestigiacomo mentre per il carroccio Nino Minardo oppure, se il segretario in Sicilia dovesse decidere di proseguire l’esperienza con la deputazione a Roma, Alessandro Pagano. Ma nessuna preclusione neanche sul nome di Musumeci che alla fine torna in campo.

Musumeci resta papabile, decisione rinviata a sabato

Nel gioco del ‘no’ ai veti incrociati espresso durante il vertice della coalizione torna, infatti, in campo anche il governatore uscente. Alla fine, la decisione non è stata presa ma tutto viene rinviato ad un tavolo romano convocato entro sabato. In quella sede, bisognerà decidere fra la rosa di nomi proposti. Anche perché non c’è più tempo, domenica scadono i termini per presentare i simboli.

I presenti

Al vertice di maggioranza erano presenti due delegati per partito, tranne Forza Italia e Dc che si sono presentati con un solo uomo. Presenti, dunque, Decio Terrana e Toto Cordaro per l’Udc, Pippo Fallica e Anastasio Carrà per la Lega, i due coordinatori per la Sicilia orientale e occidentale di Fratelli d’Italia Salvo Pogliese e Giampiero Cannella, Gianfranco Miccichè per Forza Italia, Massimo Dell’Utri e Antonello Antinoro per NcI, Totò Cuffaro per la Dc Nuova, Roberto Di Mauro e Fabio Mancuso per gli autonomisti.

Forza Italia rivendica il diritto di esprimere il candidato

Gli azzurri si sono fatti precedere da un documento ufficiale inviato anche alla stampa nel quale rivendicano il diritto ad esprimere loro il candidato ma mettono comunque al centro di tutto l’unità della coalizione “La forza del centrodestra è l’unità. Ed è proprio dalla percezione che i cittadini hanno della nostra coalizione che ogni partito, con propri principi e valori fondanti, trae maggiore forza. Disperdere questo patrimonio di identità significherebbe fare tornare indietro le lancette dell’orologio, commettendo gli stessi errori del passato che hanno spalancato le porte al governo Crocetta. Il peggior governo regionale della storia della nostra Isola” si legge nel documento diffuso dagli azzurri.

Quindici minuti di ‘arringa’ di Miccichè su Musumeci

Per ben 15 minuti o giù di lì Gianfranco Miccichè ha esposto i motivi per cui il candidato non deve essere Musumeci, poi ha messo sul tavolo nove papabili azzurri: quattro donne a iniziare da Stefania Prestigiacomo e quattro uomini oltre il suo stesso nome.

La Lega propone i suoi nomi

Ma la Lega non resta a guardare  “La nostra proposta non può che partire dall’indicazione del nostro segretario regionale Nino Minardo, il quale sta però valutando, insieme al partito, se proseguire nell’impegno politico a Roma” hanno detto al tavolo i rappresentanti di Prima l’Italia.

Nel caso in cui Minardo dovesse continuare nel suo impegno a Roma, il partito di Salvini indicherebbe quale proposta di candidatura quella di Alessandro Pagano, attuale vice capogruppo alla Camera dei deputati.

“Se c’è una parola che definisce il risultato del vertice odierno del centrodestra siciliano questa è: ”Unità”. Sono caduti i veti sui nomi proposti dai partiti che compongono la coalizione. Adesso serviranno 48 ore per la sintesi e per la ratifica del candidato alla presidenza della Regione Siciliana che uscirà dall’incontro a Roma tra i coordinatori dei partiti in Sicilia e i leader nazionali del centrodestra. Mancano ormai pochi giorni alla presentazione dei simboli e delle liste e noi siamo pronti per una campagna elettorale che ci porterà alla guida della Sicilia con un governo in grado di affrontare le sfide della fase attuale” dice Vincenzo Figuccia, deputato regionale della Lega – Prima l’Italia al termine dell’incontro.

Un nome anche dagli autonomisti

Anche il Movimento per l’Autonomia di Raffaele Lombardo fa il suo nome: è quello di Massimo Russo, magistrato ed ex assessore alla Sanità. In un post su Facebook Raffaele Lombardo detta la linea “Posizione chiara, il segretario della Lega Nino Minardo o il tecnico Massimo Russo” sono i candidati giusti per gli autonomisti. Poi Lombardo aggiunge “Nessun veto per Musumeci”.

Poi. con due successivi tweet, precisa ulteriormente “L’on. Di Mauro al tavolo del centrodestra ha espresso una posizione chiara finalizzata a rinsaldare l’unità della coalizione. Primo punto rimuovere i veti che hanno incrinato i rapporti nelle ultime settimane: nessun veto per Miccichè, Musumeci, Prestigiacomo e Stancanelli. Il Movimento per l’Autonomia ha posto le sue candidature, Nino Minardo (segretario delle Lega, partito con cui l’Mpa è federato) e Massimo Russo, tecnico con grande esperienza amministrativa”.

Centristi per l’unità

Per parte loro i centristi, a partire da NcI, si sono limitati a richiamare l’esigenza assoluta di unità. Le ipotesi in campo vanno bene purché ci sia un accordo reale e si vada tutti nella stessa direzione. Secondo indiscrezioni, invece, qualche frizione fra Udc e alleati con il partito di Cesa che per partecipare chiede rassicurazioni sulla candidatura neò collegio richiesto dal proprio leader

Fissate le scadenze delle candidature

La discussione, adesso, si incentra sul chi e non più soltanto sul no a Musumeci. Intanto oggi è stato emanato il decreto di indizione dei comizi elettorali che sarà in Gazzetta ufficiale giovedì 11 agosto fissando il termine ultimo per la presentazione delle candidatura, liste comprese, al 25 agosto.

L’accordo finale sulla spartizione delle regioni.

L’accordo finale verrà dalla spartizione delle Regione. Se la Lombardia andrà alla Lega e il Lazio a Fratelli d’Italia il candidato in Sicilia sarà quello di Forza Italia. E così a ‘girare’ in base alle scelte sulle altre regioni. La decisione sarà assunta al tavolo romano entro sabato. Domenica bisogna presentare i simboli quindi oltre non si può andare

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