Il governo Musumeci ha ratificato, durante la riunione della Giunta di ieri sera, il nuovo Contratto di lavoro per i dipendenti del comparto della Regione Siciliana. Il documento era stato sottoscritto qualche settimana fa dall’Aran e dalla quasi totalità dei sindacati, a seguito di una lunga e proficua contrattazione. Adesso, l’ultimo passaggio sarà quello della registrazione da parte della Corte dei conti.
“Un altro passo avanti – evidenzia il presidente della Regione Nello Musumeci – per l’effettiva applicazione. A oltre dieci anni dall’ultimo rinnovo, i dipendenti regionali avevano il diritto di vedersi applicare un nuovo contratto di lavoro, come nelle altre Regioni italiane. Per questo motivo, fin dal nostro insediamento, abbiamo accantonato le risorse necessarie e impartito le direttive all’Aran perché si arrivasse il prima possibile al risultato finale, restituendo così valore all’impegno dei lavoratori”.
Ecco cosa prevede l’accordo che riconosce aumenti economici, pari a circa 90,30 euro medi e prevede alcuni contenuti migliorativi rispetto ai CCNL NAZIONALI. Le novità sono:
• DECORRENZA CCRL – Riallineamento del CCRL Regionale ai CCNL Nazionali per il periodo 2016-2018, tenuto conto che il blocco dei rinnovi contrattuali in Regione è stato superiore di un biennio rispetto agli altri settori pubblici
• INCREMENTI RETRIBUTIVI – Incremento delle retribuzioni a regime dal 1.1.2018 del 3,48% in linea con i rinnovi contrattuali di tutto il pubblico impiego (Stato – Enti Locali – Sanità)
• RIPARTIZIONE RISORSE – TABELLARE/PRODUTTIVITA’ – Nonostante il maggior periodo di blocco contrattuale subito rispetto agli altri settori pubblici, gli incrementi non sono stati destinati in tutto agli aumenti tabellari (come avvenuto nei Ministeri), ma una quota parte delle risorse e’stata destinata ad incentivare il miglioramento della produttività e dei servizi a beneficio dell’ utenza, in misura comunque superiore a quella di tutti gli altri comparti pubblici.
• ORDINAMENTO PROFESSIONALE – Istituzione di una apposta Commissione paritetica con le Organizzazioni sindacali per la revisione dell’ordinamento professionale fermo da oltre 20 anni
• PROGRESSIONI ECONOMICHE INTERNE – Riattivazione delle progressioni economiche interne per la valorizzazione dell’esperienza professionale del personale con criteri di meritocrazia e selettività previo superamento di corso di formazione ed esame finale ad una percentuale limitata del personale in sintonia con quanto già applicato negli altri settori del pubblico impiego
• SANZIONI DISCIPLINARI -. Nuove più restrittive regole e sanzioni per le infrazioni disciplinari per i fannulloni in ufficio ed i furbetti del cartellino
• POSIZIONI ORGANIZZATIVE – Introduzione di nuovi criteri di selettività e meritocrazia professionalità per gli incarichi di Posizioni Organizzative che vanno a valorizzare la capacità professionali dei funzionari
• PRODUTTIVITA’ E MERITOCRAZIA – Abolizione del vecchio Fondo di Produttività FAMP e dei vecchi criteri di erogazione a pioggia delle risorse, con l’introduzione di nuovi criteri di selettività legati alla valutazione della performance organizzativa e della performance individuale dei dipendenti sulla base del sistema di valutazione adottato dalla Regione e certificato dall’ OIV (come avviene nelle P.A. più evolute a all’avanguardia nella valutazione selettiva dei dipendenti)
• MOBILITA’ – Destinazione di una quota parte delle risorse della produttività per favorire la mobilità dei dipendenti verso sedi della Regione con forti carenze di personale o elevati carichi di lavoro o in presenza di eventi eccezionali e non prevedibili dovuti anche ad emergenze ambientali
• SMART WORKING – LAVORO AGILE – Introduzione di tale nuovo e moderno istituto contrattuale presente nel mondo del lavoro pubblico e privato che consente un più razionale utilizzo delle risorse umane che può essere impiegato in sedi Regionali diverse da quelle di appartenenza, in relazione alle esigenze dell’amministrazione derivanti da carenze di personale o incremento dei carichi di lavoro.
Ma una parte dell norme è già stata impugnata davanti al Tar da uno dei sindacati autonomi, il Sadirs
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