Nel giorno di Borsellino aveva agitato gli animi, creato tensioni e fatto scaldare lo scontro fra governo e magistratura. Ma nonostante le polemiche la riforma della giustizia, come promesso, è stata approvata completando il percorso di prima lettura.
Il Senato dice si alla separazione delle carriere
Con 106 voti a favore, 61 no e 11 astenuti, l’Aula del Senato ha approvato ieri, martedì 22 luglio, il disegno di legge costituzionale che introduce la separazione delle carriere in magistratura, tra Pubblici Ministeri e giudici. A favore del provvedimento hanno votato tutte le forze di maggioranza, quindi FdI, Fi, Noi Moderati e Lega, cui si è aggiunto Calenda, contro le opposizioni ovvero Pd, sinistra e M5S, mentre Italia Viva si è astenuta.
Canta vittoria la destra palermitana
“Il voto di oggi sull’approvazione della separazione delle carriere, del sorteggio al CSM e dell’Alta Corte è uno snodo epocale. Non si tratta solo di un’altra promessa elettorale mantenuta dal centrodestra, ma del primo passo verso una giustizia più libera, che realizzi il giusto processo e la parità processuale attraverso la separazione delle carriere“ dice Raoul Russo, senatore di Fratelli d’Italia e componente della commissione antimafia.
“La separazione delle carriere non è solo una questione tecnica, ma una riforma che risponde a un’esigenza sentita da molti cittadini. Garantire che giudici e pubblici ministeri abbiano percorsi distinti significa rafforzare l’imparzialità della giustizia. La riforma non è contro la magistratura, ma se ne vuole esaltare il valore della sua funzione pubblica eliminando le incrostazioni che anche questa istituzione aveva accumulato negli anni, mantenendone assoluta autonomia anche nel solco degli insegnamenti trasmessi dai giudici Falcone e Borsellino“.
Meccanismi finalmente trasparenti
“Attraverso meccanismi innovativi e trasparenti, come il sorteggio, vogliamo restituire fiducia nelle istituzioni e promuovere un sistema più meritocratico. Il sistema del sorteggio darà una sferzata al problema delle correnti, e con la riforma il giudice non sarà solo terzo e imparziale, ma lo apparirà anche agli occhi dei cittadini“.
“Oggi – conclude Russo – non solo nasce una giustizia più liberale, ma si rafforza anche la fiducia dei cittadini nelle istituzioni“.
Passo avanti nella parità fra accusa e difesa
‘La separazione delle carriere è un passo in avanti per una sostanziale e non solo formale parità tra accusa e difesa nel processo penale” commenta Saverio Romano, avvocato e coordinatore politico di Noi Moderati.
“Si completa il percorso del processo accusatorio che si poneva proprio questo obiettivo di civiltà giuridica. Il Ddl sulla separazione delle carriere segna un punto di non ritorno, a tutto vantaggio dei cittadini e dell’amministrazione della giustizia nel nostro Paese”.
“E’ fuori strada chiunque dovesse vedere in questa riforma una qualsivoglia penalizzazione dei magistrati. E’ proprio il contrario: la distinzione dei ruoli e delle funzioni esalta e valorizza le competenze e le specificità di ogni magistrato’.
La riforma non è ancora legge
Nonostante sia stata approvata sia dalla Camera che dal Senato la riforma, però, non è ancora legge. Trattandosi di riforma di rango Costituzionale è necessaria una doppia lettura ovvero le Camere devono votare due volte ciascuna.
Devono passare tre mesi
Per la seconda lettura devono, però, passare tre mesi dal 22 luglio. Ma la vera sfida per la maggioranza sarà convincere chi si è astenuto per riuscire ad ottenere una maggioranza qualificata ovvero il sì da almeno due terzi dei due rami del Parlamento. La riforma verrebbe approvata anche con i numeri odierni anche in seconda lettura ma raggiungere quota due terzi permetterebbe di evitare il referendum che rallenterebbe ulteriormente l’entrata in vigore di almeno un altro anno.





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