Va in attacco la difesa dei cugini Agostino e Giuseppe Romano, accusati di avere violentato una turista italo-canadese in un bed and breakfast di via Marinuzzi, a Palermo, nella notte tra il 2 e il 3 novembre dell’anno scorso.

Come riporta il Giornale di Sicilia, c’è l’attesa del provvedimento del Gip, Ivana Vassallo, di ammissione all’incidente probatorio. Questo servirà a cristallizzare le prove in una vicenda così delicata. La procedura sostanzialmente anticipa il dibattimento perché, nel caso in cui si dovesse andare al processo, la vittima – che deporrà per poi essere esaminata in contraddittorio – non sarà tenuta a ripetere le sue dichiarazioni in aula.

Attesa per incidente probatorio

L’incidente probatorio, infatti, viene utilizzato per consentire a chi è stato oggetto di abusi – persone che si trovano in una particolare situazione di fragilità e vulnerabilità – di non dover rivivere in tribunale i drammatici momenti che hanno vissuto.

Nel corso dell’audizione, che si svolgerà in modalità protetta, sarà ascoltata la versione della ragazza.

Ma anche gli avvocati dei due indagati, Rosalia Zarcone e Pietro Capizzi, potranno fare le loro domande provando a fare emergere alcune contraddizioni che, a loro parere, sarebbero venute fuori nel racconto della trentaseienne.

Gli imputati negano violenza, per loro rapporto era consensuale

Gli indagati continuano a sostenere che il rapporto è stato consenziente e negano di essere andati oltre ma ci sono altri aspetti che dovranno essere chiariti. La donna ha dichiarato agli investigatori che, presa dal panico, avrebbe gettato in un cestino i preservativi usati, due tazze di caffè rotte, due bottiglie di birra una mezza piena e l’altra vuota, una bottiglia vuota di sambuca e tante cicche di sigarette, oltre ad alcuni avanzi di cibo.

Una ricostruzione che non ha convinto i legali dei due Romano che vogliono capire perché la turista ha deciso di pulire la stanza subito dopo i fatti.

La discordanza della Ghb

Un’altra discordanza riguarda il Ghb, la cosiddetta droga dello stupro. La donna ha detto di essersi sentita come stordita e di essersi risvegliata il giorno dopo ma nel suo corpo gli esami di laboratorio non hanno rivelato la presenza della sostanza.

Le indagini

Diverso, invece, quanto sarebbe emerso durante le indagini: i due senza il consenso della donna sarebbero entrati nella stanza in cui alloggiava, poi l’avrebbero costretta a bere alcolici e a turno avrebbero abusato di lei.

Uno dei due arrestati, Agostino, è dipendente di una cooperativa che presta servizio al Policlinico dove è stato ricoverato il fidanzato della turista in seguito a un incidente stradale. E proprio nei padiglioni dell’azienda ospedaliera universitaria avrebbe incontrato l’inserviente che, successivamente, avrebbe proposto di aiutarla e di offrirle un passaggio per accompagnarla al suo alloggio. Qui si sarebbe consumato lo stupro a cui avrebbe partecipato anche il cugino.

Le mogli difendono gli indagati per stupro

Prima li vorrebbero morti. “Quell’etta sangu di tuo marito ha telefonato a quel butta sangue di mio marito”. Poi li difendono, in qualche modo li giustificano e poi cercano anche prove che possano scagionare i loro compagni. Sono la moglie e la compagna dei due cugini palermitani di 42 e 44 anni che avrebbero violentato insieme in un B&B in via Marinuzzi a Palermo una turista canadese. Il compagno aveva avuto un incidente con il monopattino ed era ricoverato nel reparto di neurochirurgia dell’ospedale Policlinico.

La donna era andata a trovarlo in ospedale e qui aveva incontrato uno dei due cugini che lavora come inserviente in una cooperativa che adesso è accusato di violenza sessuale. Intercettate le due donne parlano di quanto successo e di come si sono consumati i mariti per 15, 20 minuti di sesso. “Tuo marito secondo me quando quella gli si buttò nell’ascensore ha capito che si poteva fare. E così chiamo suo cugino”, dice una delle donne degli indagati. La turista e il dipendente che lavora in ospedale sono tornati verso casa in motorino.

“La sella del motore è veramente piccola. E’ talmente stretta che questo lo “munciuniava” (lo stuzzicava), sicuramente per questo non capirono più niente”, afferma l’altra donna.

Secondo le donne dovrebbero essere acquisite le immagini dei sistemi di videosorveglianza dell’ascensore dove si vede che la turista si sarebbe buttata sopra al marito.

“Lui queste cose le deve dire all’avvocato perché negli ascensori ci sono le telecamere. Lo state vedendo che lei si sta buttando di sopra. Ci sono un sacco di cose che fanno male a noi, però sono utili per la difesa”.

Per le due donne in fondo non si poteva parlare di violenza. “Stiamo parlando dell’aggressività della cosa. Tu che sei violentata ti muovi di porti la carne, ti porti un morso. Queste cose non ci sono state. Sti ragazzi erano puliti non avevano neanche un graffio”. Secondo le donne gli investigatori non sarebbero stati tempestivi. “Chi hanno dormito, perché l’hanno visto che è una pulla (espressione palermitana per indicare una poco di buono) se no li denunciavano a piede libero?”