Il tram appena inaugurato, le 34 linee di bus soppresse, lo smog, le aree ztl, ovvero le zone a traffico limitato. “A Palermo è una bella confusione, ma a noi chi ci pensa?”: è il commento perentorio di Ada Orsatti, presidente della onlus AILA, Associazione italiana Lotta Abusi e paladina dei diritti dei disabili.

Proprio in merito alla tanto contestata Ztl a Palermo nessuno sa dire ancora quale trattamento verrà riservato ai disabili. Dovranno pagare oppure no? E per chi viene in città da un’altra regione? In alcuni Comuni, prima di accedere alle Ztl, bisogna contattare telefonicamente il Comune stesso, basta farlo 48 ore prima, per avvisare del passaggio della propria vettura e così non incorrere nella sanzione.
A Palermo ancora non si sa cosa accadrà. Sulla Ztl non esiste ancora l’ordinanza comunale ma soltanto una delibera consiliare, dalla quale si evincerebbe che tutti debbano pagare.
E i disabili? Dalla delibera vengono al momento ‘ignorati’. Tuttavia la sentenza 719 del 2008 della Corte di Cassazione stabilisce, come spiega Orsatti, “che i disabili possano accedere alle Ztl senza dover informare nessuno, perché basta esporre in auto l’apposito contrassegno per guidatori o passeggeri diversamente abili che tra l’altro dal 15 settembre scorso ha validità europea”.

Il testo di legge recita: “La persona invalida, dunque, può servirsi del contrassegno per circolare con qualsiasi veicolo in zone a traffico limitato, con il solo onere di esporre il contrassegno, che denota la destinazione attuale dello stesso al suo servizio, senza necessità che il contrassegno contenga un qualche riferimento alla targa del veicolo sulla quale in concreto si trova a viaggiare ”

Insomma si parla tanto di abolizione delle barriere architettoniche, “ma le Ztl in fondo lo sono”.
La riflessione di Ada Orsatti è più che motivata, i timori anche.
E se una persona disabile ha una necessità non programmata di uscire da casa?
Ancora Orsatti spiega: “Sembrerebbe che il Comune di Palermo stia predisponendo un servizio mail per chiedere l’autorizzazione al transito nelle Ztl. Ma i non vedenti o gli anziani che non sono avvezzi alla tecnologia, come faranno? Questo è molto grave”.

Una situazione di confusione normativa – nemmeno i vigili urbani sanno bene come regolarsi – che però non riguarda solo Palermo. L’Aila in tutta Italia ha fatto annullare, tramite il proprio legale, 4.838 sanzioni ai disabili per accesso non autorizzato in Ztl “ma le multe sono state fatte – conferma la presidente dell’associazione – nonostante i disabili interessati avessero l’autorizzazione al transito”.
Per questo l’Aila ha promosso una petizione disponibile su change.org e indirizzata all’Anci, l’Associazione nazionale dei Comuni italiani, per modificare l’accesso nelle ztl alle persone disabili.

Nel testo della petizione si legge: “I disabili in possesso dell’apposito contrassegno possono circolare in qualunque Z.T.L., ma è noto che nel momento in cui il cittadino si trovi a dover accedere ad una Z.T.L. di un Comune diverso da quello di propria residenza, questi sia tenuto a comunicare il numero di targa all’Amministrazione, onde evitare di incorrere nella sanzione amministrativa prevista.
In tal modo si costringe la persona, già gravata da molte problematiche personali e che in molti casi si reca presso altre città per visite mediche specialistiche, a ricercare le informazioni per il reperimento ed il successivo invio del modulo predisposto, creando, di fatto, una barriera burocratica che rallenta e rende più difficoltoso il movimento di una categoria di persone che quotidianamente deve affrontare ostacoli di ogni tipo”.

La proposta di Aila è semplice: “L’inserimento di un “chip elettronico” fisso nel contrassegno dei portatori di handicap che possa essere letto da rilevatori collocati nei varchi di accesso delle ZTL (che in futuro potrebbe essere utilizzato anche per rilevare, sempre tramite lettori ottici, se gli stalli di parcheggio riservati ai disabili sono o meno occupati da autovetture autorizzate) o l’istituzione di una banca dati nazionale nella quale inserire le targhe dei possessori dell’apposito contrassegno, di modo che il Comune di residenza, ricevuta la comunicazione dal titolare, possa operare direttamente la trasmissione a questa “white list”, a sua volta collegata automaticamente a tutti i Comuni con il sistema di sorveglianza elettronica dei varchi Z.T.L”.

A monitorare la situazione nel capoluogo siciliano stanno pensando Margherita e Salvatore Bravo, quest’ultimo referente di Aila per la Sicilia.
Sono loro a segnalare che se dalla Ztl si passa al tram, la situazione per i disabili non migliora: in alcune banchine sarebbe presente un gradino, ennesima barriera architettonica, per non parlare poi della quasi inesistenza dei bus dotati di pedana per le carrozzine dei para e tetraplegici.

Palermo dunque, e non si tratta di una inedita rivelazione, non è una città a misura di disabili. Tornando alla Ztl si preannuncia una battaglia: “Attendiamo risposte dalle istituzioni ma noi ci opporremo in tutti i modi – conclude il presidente di Aila -. Fare pagare i disabili è una scelta antisociale. E poi non ha senso, se paghi la tassa lo smog forse diminuisce? E’ una ingiustizia e non deve ripercuotersi negativamente sulla vita dei più deboli”.

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