“L’Amat perde sette milioni di euro l’anno ma continua ad appaltare all’esterno e adesso vuole pure fare nuove assunzioni”. Queste le parole della vicepresidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo, Nadia Spallitta, a commento del budget  (previsione di spesa) dell’Amat per il 2016.

Il documento  presentato alla terza commissione consiliare si apre con una dichiarazione di perdita d’esercizio stimata in circa 6,9 milioni di euro. “L’azienda partecipata – spiega Spallitta – apre dunque l’anno in condizioni di dissesto. Inverosimilmente, tuttavia, si legge poco più avanti, che la stessa azienda, contrariamente alla perdita strutturale, intende procedere nel 2016 con l’assunzione di 100 autisti. Con quali risorse? Forse con le entrate derivanti dalle Ztl? Va sottolineato inoltre che budget prevede un costo di produzione pari a circa 95 milioni di euro, di cui circa 66 di spesa per il personale e circa 10 per esternalizzazione dei servizi”.

Il budget, secondo al vicepresidente vicaria del Consiglio comunale di Palermo “in qualche modo spiega come verranno utilizzate le entrate derivanti dalle Ztl, chiarendo che solo grazie a queste entrate si potrà raggiungere l’equilibrio di bilancio. Sostanzialmente, e a mio avviso in modo illegittimo, la tassa delle Zone a traffico limitato serve a coprire le perdite di un’azienda inefficiente. Appare singolare che nelle 120 pagine di budget non venga mai trattata la “vicenda tram” e non esiste alcuna previsione relativa ad eventuali entrate e costi collegati al sistema tranviario. Circostanza che rende incomprensibile questo provvedimento, approvato da una Giunta che evidentemente non si è accorta della sua incompletezza e contraddittorietà. Quindi l’Amat gestisce il trame e tuttavia non indica alcuna previsione”.

Il budget prevede per il 2016 novanta corse per gli autobus. “Se l’azienda – dice Spallitta – prevede stanziamenti per quel numero di linee, non è ben chiaro allora chi e in quale sede, e in virtù di quali analisi del territorio e della mobilità, decida di tagliare le corse, modificando le previsioni dell’Amat che indicano un percorso di 341 chilometri con 90 linee. In altri termini ritengo che siano da ritenere illegittimi i provvedimenti che hanno tagliato numerose linee in quanto non previsti nel Pgtu e nel budget aziendale 2016. Del resto i disastrosi effetti di scelte non supportate da un’analisi tecnica e dal sistema della mobilità cittadina sono sotto gli occhi di tutti. Si pensi agli studenti che impiegano ore per arrivare a scuola”.

Un’altra anomalia, che emerge dal budget, riguarda l’esternalizzazione di servizi che potrebbe essere svolti all’interno o tramite le altre partecipate. “Così si scopre – sottolinea la vicepresidente – che la semplice manutenzione degli autobus, appaltata all’esterno, costa complessivamente 2 milioni di euro. O ancora che la vendita dei biglietti viene gestita da un operatore esterno (promoter) per 470 mila euro. La rimozione mezzi costa 300 mila euro. Le utenze sono fuori controllo: per luce, acqua e telefono l’Amat costa oltre 600 mila euro l’anno. Un’altra incongruenza è legata agli investimenti: l’azienda ipotizza investimenti per 30 milioni (ad esempio: acquisto di 76 nuovi automezzi per un valore di 21,6 milioni) e tuttavia non ha ancora individuato circa 6 milioni di euro indispensabili per realizzare questo piano di investimenti. Infine il budget si occupa del car e bike sharing che al momento registrano una perdita”.

Quindi secondo Nadia Spallitta “non può sottacersi che nonostante le pedonalizzazioni, che avrebbero dovuto incentivare l’uso del mezzo pubblico, o i proclami per lo sviluppo della mobilità pubblica, si registra una riduzione del 20% nella vendita di biglietti e abbonamenti. Circostanza che non ha solo valore economico in termini di minori ricavi, ma anche sociale, per il minore utilizzo di questi mezzi. Sostanzialmente negli ultimi due anni il 20% dei cittadini rispetto ha utilizzato meno il mezzo pubblico, probabilmente per non dovere affrontare i disagi e i disservizi dell’Amat. Di fronte a tutto questo stato di cose, una buona Amministrazione avrebbe dovuto rivedere gli organi di amministrazione e i vertici aziendali, modificando così il quadro dirigenziale. Invece la Giunta Orlando ha preferito tassare ulteriormente i cittadini e fare pagare agli stessi l’assenza di capacità imprenditoriale e di buon governo, coprendo con nuove imposizioni fiscali i buchi dell’Amat, che non rispetta i principi di economicità ed efficienza, della spesa e soprattutto continua a derogare servizi inadeguati alle esigenze cittadine.

 

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