“Ho accettato di candidarmi. Non mi nascondo dietro la retorica dei tanti che mi hanno chiesto di fare questa scelta, che pure ci sono, ma forse il loro invito da solo non sarebbe bastato. Mi candido perché sento il dovere di farlo – spiega Gaspare Vitrano, candidato per il rinnovo del parlamento regionale siciliano nella lista di Forza Italia – e ho scelto le file di un partito che, per storia e tradizione porta avanti valori vicini alla mia storia di moderato, europeista e cattolico impegnato.

D. I vescovi siciliani hanno lanciato un appello ai candidati, chiedono una stabilità politica capace di progettualità per favorire coesione ed equità tra le fasce sociali.

“Abbiamo la responsabilità del futuro della nostra terra. Ho letto con attenzione l’appello dei vescovi siciliani ai candidati impegnati nella prossima tornata elettorale. L’accorato invito della chiesa richiama alla responsabilità e non può restare inascoltato, ma deve, piuttosto, essere il pungolo che risveglia la coscienze consentendo di mettere in pratica tutto ciò che, contrastando le diseguaglianze sociali, punti alla realizzazione di progetti reali di sviluppo. La nostra è una terra di contraddizioni dove la bellezza e la ricchezza dei territori fa da contraltare all’assenza di opportunità. Il lavoro, la salute, la cura dell’ambiente e, in testa, la coesione sociale sono temi che non possono restare ai margini del dialogo politico.

D. La crisi economica e quella energetica stanno condizionando pesantemente la vita delle imprese siciliane

Ora è il momento di rimboccarsi le maniche, la Sicilia si aggrappa con tutte le sue forze al PNRR per dimenticare la crisi. E’ una grande opportunità, un treno che non possiamo perdere se vogliamo veramente dare una svolta all’economia della Sicilia. Il nostro obiettivo deve essere, proprio, quello di dar vita, assieme con tutti quelli che vorranno contribuirvi, ad un sistema di partecipazione politica e sociale che si sviluppi dal basso. Non possiamo perdere tempo, basti pensare alle circa 7000 imprese che rischiano di chiudere a causa del caro bollette. Una eventualità tragica che costerebbe almeno 20000 posti di lavoro. Credo che la prima emergenza sia favorire la vita delle imprese, sia perché abbiamo bisogno di tornare a produrre, sia perché solo in questo modo potremo dare risposte vere alla domanda di lavoro. A questa si aggancia l’altra priorità, ovvero la formazione dei giovani a favore della quale dobbiamo investire per migliorare l’offerta formativa e collegarla nella maniera più intelligente alle richieste del tessuto produttivo.

D C’è poi il tema del divario sociale, il reddito di cittadinanza ha aiutato le fasce più deboli, ma qualcuno parla di abolizione

I progetti possono e devono essere trasformati in politiche di sviluppo con azioni concrete che creino opportunità di lavoro senza dimenticare il piano sociale, le famiglie, le fasce deboli della popolazione che più hanno risentito della crisi economica post pandemia, ma anche delle periferie, dove la marginalità non deve diventare emarginazione. Il reddito di cittadinanza ha avuto un ruolo fondamentale perché è riuscito ad intercettare sacche di povertà che sfuggivano ad altre misure di sostegno, è stato di vitale importanza durante i mesi della pandemia, quando per molti nuclei familiari è stato l’unico mezzo di sostentamento, proprio per queste ragioni non va abolito ma piuttosto migliorato ed affiancato a misure più efficaci di inclusione sociale ed a politiche attive di inserimento nel mondo del lavoro.

D. Su cosa occorre intervenire con urgenza?

Il vero tallone d’Achille dell’isola restano le infrastrutture. La Sicilia ha bisogno di grandi opere che facciamo ripartire l’edilizia ma anche di interventi mirati La nostra è terra di strade secondarie. Una rete colabrodo, che costringe i siciliani a viaggi della speranza tra percorsi pericolosi costellati di frane, buche e cantieri infiniti. La viabilità ex provinciale è di vitale importanza per cittadini ed imprese, una vera e propria emergenza per la quale è necessario intervenire partendo dal riordino delle competenze frammentate dall’abolizione delle Province. Investire sul miglioramento della rete stradale interna significa investire sul futuro e sullo sviluppo dei piccoli centri urbani, ma anche sullo sviluppo di imprese , commercio e turismo. C’è da affrontare il tema dell’insularità con provvedimenti che accelerino gli interventi a favore delle Isole maggiori, quello della sburocratizzazione e semplificazione delle procedure di accesso ai finanziamenti. Per non parlare del settore agricolo che potrebbe essere trainante per l’economia siciliana ma ha bisogno di misure destinate all’innovazione e con più snelli percorsi di accesso alle risorse europee.