Sei rifugiati siriani, fra cui due bambini di uno e due anni, un adolescente e tre adulti, sono morti su un barcone presumibilmente “di fame e di sete”. Lo afferma l’Unhcr sottolineando che l’Agenzia sta assistendo i 26 sopravvissuti sbarcati a Pozzallo, molti dei quali “presentano condizioni estremamente gravi, tra cui ustioni”.
“E’ inaccettabile – dice la rappresentante dell’Unhcr in Italia Claudia Cardoletti -. Rafforzare il soccorso in mare è l’unico modo per evitare queste tragedie”.

Si trovavano in un barcone alla deriva nel Mediterraneo

Le vittime e i sopravvissuti, spiega l’Agenzia dell’Onu per i rifugiati, si trovavano su un barcone alla deriva da diversi giorni nel Mediterraneo centrale, prima che a soccorrerli arrivasse una nave della Guardia Costiera italiana. Oltre ai due bambini, sarebbero morti un dodicenne e tre donne tra cui la nonna e la madre di alcuni bimbi che invece sono sopravvissuti.

Nel 2022 oltre 1.200 persone morte o disperse

“Si pensa che siano morti di fame e di sete” ribadisce l’Unhcr esprimendo le condoglianze ai familiari delle vittime e ricordando che nel 2022 sono oltre 1.200 le persone che sono morte e risultano disperse nel tentativo di traversare il Mediterraneo e raggiungere l’Europa.

“Inaccettabile perdita di vite umane”

“Questa inaccettabile perdita di vite umane e il fatto che il gruppo abbia trascorso diversi giorni alla deriva prima di essere soccorso – aggiunge Cardoletti – Il soccorso in mare è un imperativo umanitario saldamente radicato nel diritto internazionale” ma “allo stesso tempo è necessario fare di più per ampliare i canali sicuri e regolari e crearne di nuovi per fare in modo che le persone in fuga da guerre e persecuzioni possano trovare sicurezza senza mettere ulteriormente a rischio le loro vite”.

Intanto continuano gli sbarchi a Lampedusa

Altri 63 migranti, con due diversi barchini, sono giunti a Lampedusa dove gli approdi, dalla scorsa notte, salgono a 5. Il primo natante, con a bordo 24 persone, fra cui 9 donne e 3 minori, è stato intercettato dalla motovedetta della Guardia di finanza a poco meno di 6 miglia. I componenti del gruppo, partito da Sfax in Tunisia, hanno dichiarato di essere originari di Guinea, Costa d’Avorio e Mali. La Capitaneria di porto, a 17 miglia, ha soccorso invece un’imbarcazione alla deriva a bordo della quale vi erano 39 siriani, egiziani, libici, ghanesi, nigeriani e tunisini. Il natante, sul quale viaggiavano anche 6 donne e 7 minori, è partito da Ez Zauia in Libia.

(foto di repertorio)

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